Borsa, in pista 51 aziende campane: terzi dopo Lombardia e Veneto

Borsa, in pista 51 aziende campane: terzi dopo Lombardia e Veneto
Sono 51 le aziende campane del progetto Elite che stanno scaldando i muscoli per entrare in Borsa: quasi una su dieci delle 530 piccole e medie imprese italiane di Elite. Un dato...

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Sono 51 le aziende campane del progetto Elite che stanno scaldando i muscoli per entrare in Borsa: quasi una su dieci delle 530 piccole e medie imprese italiane di Elite. Un dato positivo e in controtendenza rispetto a un quadro che vede la Campania sovente al di sotto del proprio potenziale economico. Nell'export, per esempio, il peso della Campania è il 2,3% del totale Italia, contro un livello della popolazione del 9,6%. Ebbene: 51 imprese del progetto Elite su 530 equivale a una quota esattamente del 9,6% ovvero a una forza finalmente pari al potenziale e quadrupla rispetto a quella mediamente raggiunta dall'economia regionale. Cos'è Elite? Un progetto di Borsa Italiana (London Stock Exchange Group), partecipato al 15% dalla Cassa depositi e prestiti, partito nel 2012 per accompagnare le pmi di qualità verso comportamenti meno da azienda familiare e più da impresa strutturata per raccogliere capitali di investitori internazionali. Il modello delle pmi italiane, del resto, è un esempio di successo nel mondo e ad Elite hanno già aderito, oltre alle 530 italiane, 116 aziende britanniche, 28 dal Marocco e decine di altre da una trentina di località del pianeta. Tra le 530 imprese italiane spicca com'è prevedibile la Lombardia con 207 aziende e il Nordest si conferma dinamico con 70 imprese del Veneto. Però la Campania con 51 pmi non sfigura a confronto con realtà come il Lazio (27), le Marche (11) o la Puglia (21).


«Elite insegna a migliorare la governance dell'azienda - racconta Raffaele De Nigris, socio di una delle sedici imprese campane presenti all'incontro di ieri a Milano di Elite - così come a elaborare un business plan a tre e a cinque anni. Noi siamo ancora una srl familiare, con me e i miei due fratelli Armando e Luca; ma è chiaro che lo sviluppo deve prevedere l'ingresso di manager indipendenti». La De Nigris, 125 anni di storia, è specializzata nella produzione di aceto, compreso il Balsamico di Modena Igp. Anche se la sede del gruppo è a Caivano, a Modena c'è uno stabilimento che rappresenta il 28% dell'Igp certificato, in un settore peraltro dove molti produttori modenesi sono stati acquisiti da gruppi esteri. «Noi restiamo un'azienda tutta italiana - dice De Nigris - anzi napoletana. La quotazione in Borsa è una possibilità, ma non ci siamo dati una scadenza».


All'iniziativa di Milano, il primo Elite-Day, oltre all'Acetificio Marcello De Nigris hanno partecipato le campane Antony Morato, Bit4id, Cartesar, Coelmo, Dolciaria Acquaviva, Epm Servizi, Euroflex, Graded, Green Energy Holding del gruppo Bruscino, Kocca, Mecar, Mediacom, Medmar Navi, My Choice, Pasell, Pianoforte Holding, Protom, R-Store, Tecno e Tecnocap. All'evento hanno preso parte il ceo di Borsa Italiana e presidente Elite Raffaele Jerusalmi, il ceo di Elite Luca Peyrano, il Premio Nobel per l'Economia 2001 Michael Spence, il fondatore e presidente del Cambridge Family Enterprise Group John Davis e il presidente esecutivo di Eataly Andrea Guerra. Marta Testi, capo di Elite Italy&Europe ha dichiarato: «Le imprese campane hanno forte vocazione industriale e, grazie a un patrimonio di competenze e cultura imprenditoriale straordinaria, hanno saputo affrontare la recente crisi. La crescita delle esportazioni, trainate dall'alimentare, è una dimostrazione del processo di internazionalizzazione in atto, ed Elite può supportare questi imprenditori nello sviluppo del business all'estero». Alle pmi, Elite si pone come un «ecosistema digitale», ha detto Spence, che ha sottolineato il loro ruolo nella crescita economica mondiale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino