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Dopo tante aspettative è arrivata anche un po’ di delusione per la quinta più grande Ipo della storia d’Europa, la più grande degli ultimi dieci anni.
IN POLE POSITION
Con i suoi 75 miliardi di capitalizzazione alla Borsa di Francoforte, la casa tedesca vale di fatto quanto la holding Volkswagen, è in cima alla lista dei competitor nel settore auto di lusso e vale oltre il doppio di Ferrari, pur avendo multipli più bassi della “Rossa” di Maranello che è controllata dal gruppo Exor.
IL DIVARIO
Il confronto dei numeri. Porsche è un’azienda automobilistica forte, con ricavi in crescita dell’8% nella prima metà del 2022 e un margine Ebitda del 24,5%. Un dato sicuramente alto per il settore ma pur sempre inferiore a quello della rivale italiana Ferrari, affermano gli esperti di Bg Saxo. Ed è proprio qui il potenziale interesse per i fan di Porsche: la possibilità di colmare il divario valutativo e operativo con la casa di Maranello. L’obiettivo è arrivare al 35,7% di margine Ebitda segnato da Ferrari nel 2021. Inoltre, una capitalizzazione di mercato di 75 miliardi, a fronte di un Ebitda di 7,4 miliardi nel 2021, esprime un multiplo di 10,1 volte significativamente inferiore a quello di Ferrari pari a 22,2 volte. Ancora: i ricavi di Porsche sono cresciuti dell’8% nella prima metà del 2022 con una generazione di cassa di 3,9 miliardi, un risultato di tutto rispetto a fronte della generale debolezza dell’industria automobilistica. Ma ancora una volta, sono valori inferiori a quelli di Ferrari, che ha visto i suoi ricavi crescere del 17,3% e del 24,9% anno su anno nel primo e nel secondo trimestre. La vera sfida si gioca però sulla capacità dei tedeschi di realizzare una transizione di successo per diventare completamente EV (Electric Vehicle) preservando o addirittura espandendo i margini in bilancio. Già quest’anno Porsche punta a ricavi per 39 miliardi e un ritorno sulle vendite del 18%, in aumento di due punti rispetto allo scorso anno. La rotta è di puntare su prodotti e servizi di lusso, oltre che sulle auto a batteria. E nel 2030 il gruppo conta di raggiungere l’80% di vetture elettriche sul totale di venduto. Un obiettivo ambizioso visti i tempi.
I RISCHI
Certo, anche le auto superlusso dovranno fare i conti con l’impennata del costo della vita, considerati gli effetti devastanti che sta avendo l’aumento dei prezzi dell’energia sul reddito disponibile in Europa. E un settore a rischio è considerato proprio quello dei beni di lusso in cui si colloca la casa automobilistica. Anche il calo dei mercati azionari e obbligazionari può avere, infatti, un certo impatto sul sentiment della ristretta fascia di acquirenti facoltosi di Porsche. Non solo. A minacciare i margini potrebbe poi tornare un nuovo incremento dell’euro.
LA GOVERNANCE
Uno dei punti critici della società è la governance. Le due famiglie storiche, Porsche e Piech, insieme alla holding Porsche Automobil SE hanno la maggioranza dei diritti di voto nella casa-madre Volkswagen AG (il 52,3%) e di fatto grazie all’Ipo, che ha consentito loro di aggiudicarsi una minoranza di blocco in Porsche AG, rientrano nel pieno controllo del gigante di Wolfsburg. In definitiva, Volkswagen AG e la holding Porsche SE controllano congiuntamente l’intero capitale ordinario con diritto di voto di Porsche AG’s (rispettivamente il 75% meno un’azione e il 25% più un’azione). Ma poiché il capitale della casa che ha lanciato la mitica 911 è composto per metà da azioni privilegiate senza diritto di voto ma con un dividendo aggiuntivo - oggetto del recente collocamento è il 25% di questa categoria di azioni - il capitale complessivo del gruppo vede in prima fila Volkswagen AG (75% meno un’azione ordinaria), seguita da Porsche SE (12,5% più un’ azione ordinaria) e dal fondo sovrano del Qatar (2,5%). Mentre circa il 10% è in mano al mercato. Questo vuol dire che con la quotazione le famiglie hanno rafforzato la presa sul gruppo, mentre centinaia di investitori istituzionali hanno accettato di rinunciare a qualsiasi controllo sull’azienda. Non è detto che alla lunga la “blindatura” a spese del mercato si riveli vincente.
Il Mattino