OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Ultima chiamata prima che la controversa proposta di direttiva europea sulla performance energetica degli edifici veda la luce, mentre fra gli europarlamentari e i governi si prepara la battaglia. È la possibilità in extremis per limare i passaggi che hanno suscitato una levata di scudi nelle scorse ore - fra politica e addetti ai lavori -, dopo le anticipazioni di due giorni fa. Lunedì, come ogni vigilia di riunione del collegio dei commissari, infatti, si vedranno i capi di gabinetto della Commissione per definire i profili rimasti aperti di un testo che - assicurano tutti i bene informati a Bruxelles - è ancora in continua evoluzione. La bozza che vuole imporre la svolta verde all’edilizia prevede anche il condizionamento di vendita e affitto delle case al miglioramento della loro classe energetica, un requisito che è visto come un vero e proprio terremoto capace di affossare il mercato immobiliare in vari Paesi dell’Unione. A cominciare dal nostro.
«Una notizia di questo tipo destabilizzerebbe le vendite in Italia. Non siamo pronti», fanno sapere dal Gruppo Gabetti, per cui circa un edificio su due non soddisferebbe i nuovi criteri prescritti da Bruxelles e rischierebbe di rimanere fuori dal mercato. Anche per Immobiliare.it l’ipotesi di nuove regole nei prossimi anni non è realistica, «l’orizzonte temporale è troppo ravvicinato. Serve trovare la giusta sintesi». Per ora, prima di prevedere progressivamente nuove soglie di performance dal 2030 e dal 2033, la stretta Ue si concentrerebbe in prima battuta sulle abitazioni che ricadono nella categoria energetica “G”, la maglia nera delle classi di risparmio.
Un bel problema per l’Italia.
Se dalla Commissione la reazione alle anticipazioni è abbottonata («Non commentiamo documenti trapelati»), al Parlamento europeo promettono che la proposta non avrà vita facile.
Nel caso in cui l’esecutivo dovesse tirar dritto per la propria strada, infatti, sarebbe pronto un fronte bipartisan contro la stretta: «Se le indiscrezioni fossero confermate sarebbe l’ennesimo grave tentativo di far pagare ai cittadini europei un costo troppo alto in nome di una scelta ambientale fin troppo ideologica», dice il capogruppo dei Conservatori e riformisti all’Eurocamera Raffaele Fitto, a nome della delegazione di Fratelli d’Italia; mentre secondo la vicepresidente della commissione parlamentare Industria e Energia Patrizia Toia del Pd «non è obbligando i cittadini a fare lavori di ristrutturazione che spesso richiedono un ingente investimento che possiamo pensare di promuovere gli obiettivi di efficientamento energetico del nostro patrimonio immobiliare». Sulla stessa linea anche l’eurodeputato Salvatore De Meo di Forza Italia: «Condividiamo la necessità di raggiungere obiettivi importanti in termini di sostenibilità ambientale, ma per essere credibili e attuabili devono considerare anche la sostenibilità sociale ed economica».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino