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Datori di lavoro e sindacati non sono riusciti a mettersi d'accordo su un'eventuale dilazione temporale degli incrementi salariali di colf, badanti e baby sitter. E per questo dal mese di gennaio le retribuzioni dei lavoratori del settore domestico, adeguandosi all'inflazione, aumenteranno del 9,2%.
Colf e badanti, aumenti da 60 a 125 euro al mese senza accordo. Domani ultimo incontro al Ministero
Stipendi colf e bandanti, il mancato accordo tra le parti
In base a quanto previsto dall'articolo 38 del contratto nazionale, per i salari minimi del comparto è previsto un adeguamento al costo della vita secondo l'indice Istat all'80% per i salari e al 100% per le indennità di vitto alloggio e le associazioni dei datori di lavoro avevano proposto di scaglionare gli aumenti dovuti agli assistenti familiari nel corso dell'anno, in modo da limitare l'impatto economico dei rincari sui budget familiari. Ma i sindacati, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs e Federcolf, non hanno accettato la proposta avanzata dalle associazioni datoriali: «Sono richieste sorprendenti - afferma Emanuela Loretone della Filcams-Cgil - si tratterebbe di andare in deroga al contratto nazionale penalizzando un settore che già gode di molti meno diritti del resto del mondo del lavoro». «Purtroppo il tentativo c'è stato, abbiamo lavorato intensamente ma la nostra proposta di introdurre gli aumenti dai primi di marzo e non da gennaio per dare un minimo di respiro alle famiglie non è stata accettata e, anzi, c'è stato un rilancio in modo che a fine anno le famiglie avrebbero dovuto affrontare una spesa superiore a quella prevista dall'adeguamento automatico» spiega il presidente di Assindatcolf e vice presidente di Fidaldo Andrea Zini precisando che da parte loro le associazioni datoriali «lavoravano per mitigare, non per annullare gli aumenti».
La nota Assindatcolf
E lo stesso Zini mette in guardia dal rischio che questa decisione scateni il ricorso al lavoro nero.
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Il Mattino