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Provare a tamponare l'insofferenza che monta nel Paese. Soprattutto quella dei commercianti, degli autonomi, dei ristoratori. Centinaia di migliaia di persone messe in ginocchio dal lockdown, dalle chiusure imposte dalla pandemia. Oggi Mario Draghi, insieme al ministro dell'Economia Daniele Franco e a quello delle Attività regionali, Mariastella Gelmini, vedrà le Regioni. Ufficialmente per parlare del Recovery plan, sul quale i governatori da tempo chiedono un coinvolgimento maggiore. Finora non hanno ricevuto nessun documento dal governo e ancora non sanno quale sarà il loro ruolo nell'impiego dei 200 miliardi previsti dal piano. Ma Recovery a parte, i governatori torneranno a chiedere prospettive più certe al governo. Il tema centrale sono ancora le riaperture delle attività economiche. I presidenti di Regione vorrebbero avere una data per la ripartenza. Ma anche la possibilità di riaprire alcune attività in zona rossa, sempre garantendo la sicurezza attraverso rigidi protocolli anti-Covid. Insomma, dare la possibilità a parrucchieri, estetisti, negozi di abbigliamento, di poter ripartire.
Alcuni governatori sono venuti allo scoperto già ieri. Il leghista Massimo Fedriga (Friuli Venezia Giulia) ha esortato «a superare la stagione dei divieti perché non funzionano più nemmeno per la tutela della salute dei cittadini». Sulla stessa linea Donatella Tesei, che domani alla riunione della Conferenza Stato-Regioni con Draghi, chiederà il ritorno della zona gialla: «è dannoso - ha spiegato - continuare a tenere chiuse attività che possono invece lavorare in sicurezza». Il ministro Gelmini ha provato già a rassicurare, parlando di riaperture possibili a maggio e impegnandosi a valutare se ci sono spiragli possibili anche per il 20 aprile.
Dall'altro lato il governo ha da spendere la carta del nuovo decreto sostegni.
Ci saranno poi aiuti per gli affitti dei negozi. Sarà rifinanziato il credito di imposta del 60% dei canoni di locazione. Un aiuto dovrebbe arrivare anche ai proprietari degli appartamenti che hanno subito il blocco degli sfratti. Il ristoro in questo caso, però, sarebbe limitato ai casi di coloro per i quali l'affitto costituisce l'unico mezzo di sostentamento (e sarà ovviamente fissato un tetto al reddito). Un capitolo consistente sarà quello degli aiuti alla liquidità. Si studia un allungamento delle scadenze per il rimborso dei prestiti garantiti dallo Stato. Attualmente quelli che hanno una copertura pubblica del 100%, devono essere restituiti in 15 anni e la somma massima richiedibile è di 30 mila euro. I prestiti erogati da Sace alle imprese maggiori, invece, hanno una durata massima di sei anni. Per questi ultimi dovrebbe essere esteso anche il periodo in cui potranno essere richiesti. La scadenza attuale è il 30 giugno prossimo, dovrebbe essere allungata fino a fine anno. Di quanto saranno allungate durate e importi? Ancora presto per dirlo. Forza italia, che ieri ha presentato i suoi emendamenti al decreto sostegni di marzo, ha chiesto di portare l'importo garantito fino a 100 mila euro.
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