Etruria, Bankitalia: nessuna pressione per la fusione con Pop Vicenza

La commissione banche presieduta da Casini (ansa)
La Banca d'Italia non ha «chiesto né incoraggiato né tanto meno favorito la Popolare Vicenza ad acquisire Banca Etruria». Lo ha affermato il...

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La Banca d'Italia non ha «chiesto né incoraggiato né tanto meno favorito la Popolare Vicenza ad acquisire Banca Etruria». Lo ha affermato il responsabile della vigilanza di Banca d'Italia, Carmelo Barbagallo, in audizione alla Commissione d'inchiesta sulle banche. In quel momento «la vigilanza non disponeva di elementi per contrastare a priori tale iniziativa che, se si fosse tramutata in istanza formale, sarebbe stata approfondita». 


«L'azione della Vigilanza è stata incalzante», ha spiegato Barbagallo nell'audizione su Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. Secondo Barbagallo «le irregolarità sono state portate tempestivamente a conoscenza dell'autorità giudiziaria», ma «le risposte delle quattro banche sono state insoddisfacenti» e le «autorità di vigilanza non possono sostituirsi ai soggetti vigilati per evitare che la situazione degeneri».

«La governance delle quattro banche è risultata fortemente inadeguata in tutte le sue articolazioni», ha detto il capo della Vigilanza di Bankitalia. Barbagallo ha precisato che «sulla qualità della governance di tre di queste banche (Marche, Chieti e Ferrara) ha inciso la strategia delle Fondazioni, volta a conservare un ruolo dominante; ne sono conseguiti una riluttanza a ricorrere al mercato dei capitali e atteggiamenti ostili a soluzioni aggregative. Di segno non diverso i problemi della Popolare dell'Etruria, dove al debole controllo degli azionisti ha fatto riscontro l'autoreferenzialità dei vertici aziendali, decisi a mantenere condizioni di autonomia anche a fronte di una situazione sempre più critica».
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Il Mattino