Fincantieri apre una scuola a Napoli: Bono e Massolo confermati ai vertici

Fincantieri apre una scuola a Napoli: Bono e Massolo confermati ai vertici
Giampiero Massolo e Giuseppe Bono sono stati confermati dall'assemblea degli azionisti nelle cariche (triennali) di presidente e amministratore delegato di Fincantieri. Una...

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Giampiero Massolo e Giuseppe Bono sono stati confermati dall'assemblea degli azionisti nelle cariche (triennali) di presidente e amministratore delegato di Fincantieri. Una decisione all'insegna della continuità che sottolinea i record contabili del 2018, con ricavi cresciuti del 9 per cento negli ultimi 4 anni e carichi di lavoro complessivi pari a 2 punti di pil, 34 miliardi.


Giuseppe Bono snocciola risultati e cifre: «Il 2018 anno di conferme: nell'eccellenza dei prodotti, leadership nel settore e leadership per la credibilità raggiunta sui mercati dal punto di vista commerciale e finanziaria». Davanti c'è un percorso di crescita «sfidante». Innanzitutto la campagna di Francia: il manager gli dedica solo una battuta, «per il closing dell'operazione Chantiers de l'Atlantique (STX) manca soltanto l'ok dell'Autorità Antitrust». Un ultimo ostacolo per quel 50 più uno per cento i cui tempi però sono imprevedibili, a fisarmonica: da qualche settimana a vari mesi. Un'altra sfida è la tecnologia: «Dobbiamo pensare oggi a ciò che si farà domani».
 
Incalzato dagli azionisti, Bono svela: «Stiamo lavorando a navi di non grandi dimensioni senza personale a bordo, unmanned, siamo in stato avanzato»; inoltre il gruppo sta «costruendo traghetti a propulsione elettrica», utilizzabili «per brevi percorsi, dove ci sono isole vicine. Stiamo sviluppando le batterie, e c'è già una commessa, della Msc Yacht Club»; nel settore offshore, che sta dando «timidi segnali di ripresa», Fincantieri lavora con Eni a «progetti estremamente innovativi».
E poi rompighiacci, celle a combustibile e altro ancora. C'è la sfida del brand. Bono dirige un gruppo pubblico che «agisce come una società privata perché l'azionista ci permette di farlo», e vuole un gruppo all'avanguardia in vari campi: «La nostra è una azienda maschilista, ma adesso vi lavorano anche molte donne ingegneri, giovani, molto brave. Dobbiamo metterle in condizioni» di lavorare bene «sapendo che la donna ha altri compiti oltre a quello di lavorare per l'azienda. Vorremmo essere tra i primi a trovare soluzioni». Forse non è un caso se dei 10 consiglieri del cda la metà sia costituita da donne.


Infine, la sfida della formazione: «Ci criticano perché impieghiamo molto personale non italiano ma se potessimo trovare personale italiano...». Per questo Fincantieri costituirà vari centri di formazione, soprattutto al Sud per formare in casa studenti. Sarà esteso un accordo con il Miur. Per il momento c'è l'indicazione di Cosenza e Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino