«Di una cosa siamo certi: siamo fuori dalla più grande crisi economica del dopoguerra» e questo risultato è merito «del lavoro, delle famiglie e...
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«Questa rivendicazione di orgoglio - ha proseguito il presidente del Consiglio - la dobbiamo alla capacità di resilienza del mondo del lavoro e delle imprese e rappresenta l'incremento del capitale di cui avremo bisogno in questi mesi: senza fiducia anche i grandi passi che abbiamo fatto non ci consentiranno di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti».
Gentiloni ha quindi aggiunto: «il ritorno alla crescita non va sprecato, è fatto anche di scelte di responsabilità di bilancio» e ha ricordato come il deficit in rapporto al Pil sia sceso in pochi anni dal 5,3% al 2%. «L'Economia ha percorso una strada molto accidentata, è stata ferma a lungo, ma si è finalmente rimessa in moto.
Poi ad Assago il premier ha toccato il tema migranti: l'Italia è «l'unico paese che ha una politica migratoria decente in Europa» in questi anni, ha detto. «Siamo orgogliosi, perché non alziamo muri e non chiudiamo porti», ha aggiunto. L'Africa «è un continente in bilico», «ce la può fare, ma questo dipende molto dalle nostre politiche pubbliche e dall'Europa», ha spiegato parlando al meeting annuale del Cuamm. «La mia generazione - ha osservato - ha conosciuto tre fasi. Quella dell'Africa 'continente perdutò. Poi il periodo della speranza, con tasso di crescita elevati. Ora dobbiamo avere l'onesta di riconoscere che quelle speranze sono in bilico. E non è più vero che l'Africa ce la fa spontaneamente».
«La prima cosa che mi viene da dire è semplicemente: grazie. Grazie a tutti voi - ha detto il premier Gentiloni nel suo breve intervento al meeting annuale di 'Medici con l'Africa Cuamm' - grazie per quello che fate e per l'esempio che date, che fa bene all'Italia, oltre che a voi stessi». «Date un esempio meraviglioso - ha aggiunto - e fate quello che credo nel corso della vita dovrebbero fare tutte le persone di buona volontà». Gentiloni ha sottolineato come per l'Italia, anche per ragioni geografiche, sia un dovere occuparsi di Africa. «L'Italia - ha sottolineato Gentiloni - ci mette del suo. E sono orgoglioso del fatto che negli anni della crisi economica più dura del Dopoguerra abbiamo raddoppiato il nostro contributo allo sviluppo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino