Giuseppe Bottiglieri di Navigazione Sì al piano di Bain da 120 milioni $

Giuseppe Bottiglieri di Navigazione Sì al piano di Bain da 120 milioni $
Giuseppe Bottiglieri Shipping Company: no al piano di ristrutturazione...

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Giuseppe Bottiglieri Shipping Company: no al piano di ristrutturazione dei debiti presentato dalla società maltese Lighthouse Ltd riconducibile a Raffaele Zagari (Augustea) e Petros Pappas. A decretarlo è il Tribunale di Napoli, che venerdì scorso ha giudicato inammissibile l'offerta e non meritevole di essere presentata ai creditori. Resta pertanto valida solo la proposta presentata dalla Gbsc-Giuseppe Bottiglieri Shipping Company per ristrutturare il proprio indebitamento pari a circa 350 milioni di euro e per mantenere i livelli occupazionali (340 addetti), anche grazie all'intervento del fondo di investimento statunitense Bain Capital Credit, che si è impegnato a fornire circa 120 milioni di dollari per rimborsare in buona parte i creditori bancari nell'ambito di un'operazione di rilancio industriale della storica compagnia di navigazione partenopea. "Il Tribunale di Napoli ha capito che l'offerta concorrente era un’operazione di mera liquidazione, che non offriva alcun pagamento monetario anticipato, né garanzia di rimborsi futuri", si legge in una nota di Gbsc. Ligththouse Ltd, che ha un capitale sociale di 10mila dollari, aveva presentato una proposta per l’acquisizione dell'intera flotta di Gbsc, pari a quindici navi di vario tipo, sostenendo di aver acquistato a titolo oneroso crediti pari a 49,4 milioni di euro per un corrispettivo di un euro, spiega il comunicato. Il suo piano, a detta di Gbsc, nell'immediato non prevedeva alcun rimborso per cassa dei crediti, ma solo, tra l'altro, l'estensione dei debiti per dieci anni. Giuseppe Bottiglieri è una compagnia attiva dal 1850 e già nel 2014 si trova costretta a cercare un accordo con le banche per ristrutturare il debito accumulato soprattutto con Unicredit, Bper, Mps, Mps Capital Service, Banco di Napoli (Intesa Sanpaolo) e Ubi Banca. Le trattative però non portano risultati e a gennaio 2017 la società chiede e ottiene l'ammissione al concordato preventivo con riserva, istituto previsto dalla legge fallimentare che consente di stoppare eventuali azioni ostili da parte dei creditori e concede sei mesi di tempo per la formulazione di un piano di risanamento. Ora in campo c'è Bain Capital che, come avvenuto nel caso di Premuda, potrebbe chiedere di trasformare il credito in equity, diventando in futuro azionista di riferimento di Gbsc.
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Il Mattino