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Dal cuore delle piante e degli alimenti un gruppo tra i più innovativi d’Italia e all’avanguardia nella nutraceutica, la disciplina che scova nella natura i componenti o i principi attivi con effetti positivi per la salute, la prevenzione e il trattamento delle malattie.
«L’obiettivo è integrare tutta la filiera, dall’estrazione dei principi attivi delle piante alla commercializzazione dei nostri prodotti», spiega il moderno alchimista Walter Bertin, classe 1959, presidente, ad e fondatore del gruppo Labomar, ricavi consolidati a 65,4 milioni nel 2021 (+7,1% sul 2020), utile netto consolidato a 8,3 milioni (+35,7%) e dividendo proposto ai soci di 0,1 euro per azione.
LA STRATEGIA
Grandi multinazionali farmaceutiche per le quali Labomar opera anche sul versante commerciale. «I nostri prodotti sono tailor made, su misura delle richieste dei committenti, ma il prodotto di base è nostro. Noi lo sviluppiamo nei laboratori di Istrana», sottolinea Bertin, farmacista di terza generazione, da sempre interessato al mondo delle formule e alle nuove scoperte, che ha fondato Labomar nel 1998 trasformando quello che era un piccolo laboratorio galenico della farmacia di cui è titolare. Scommessa vinta anche grazie ai 13 brevetti esclusivi del suo gruppo. Poi, ricorda Bertin ad amici e collaboratori, quello che conta è fare una vita appagante, nutrirsi con prodotti sani e fare sport. La svolta per il gruppo trevigiano da 350 addetti è stata la quotazione in Borsa dell’ottobre 2020. «L’anno scorso abbiamo acquisito il 70% del Gruppo Welcare di Orvieto, che si occupa di prodotti dedicati alla cura della pelle, ora anche in Italia in Rsa e ospedali – evidenzia Bertin – un’operazione che si affianca all’acquisizione in Canada di Importfab, che ci ha aperto le porte del mercato Nord Americano». L’ultimo tassello di questa crescita integrata è LaboVar, società in partnership con Var Group (gruppo Sesa), che svilupperà l’e-commerce di prodotti nutraceutici in Cina. «Ora la vera sfida sarà sviluppare le sinergie tra le nostre società – osserva Bertin – ma siamo comunque aperti ad altre acquisizioni, soprattutto start up avanzate in ambito nutraceutico, ma non solo». Il grande sogno, è il raddoppio del quartier generale di Istrana, investimento da una ventina di milioni, un campus della ricerca in mezzo al verde che promette un centinaio di nuovi posti di lavoro.
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