Non è l'Antitrust europeo a imporre ad ArcelorMittal di vendere sei stabilmenti nei vari stati europei per poter ottenere il via libera all'acquisizione...
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Ad attaccare duramente la Commissione era stato il vicepremier lussemburghese, Etienne Schneider, appena diffusa la lista dei sei stabilimenti da sacrificare. «Obbligando ArcelorMittal a cedere siti produttivi in Europa la Commissione agisce contro gli interessi della politica industriale Ue, poichè impedisce la nascita di un vero campione della siderurgia europea in grado di competere sul mercato mondiale» aveva tuonato. Dalle parole ai fatti: il governo del Granducato ha infatti successivamente inviato una lettera formale alla commissaria Vestager più o meno dello stesso tenore.
Oggi la prima risposta: «Sappiamo che se vengono decise cessione nel quadro di una fusione ciò comporta incertezza per le imprese e gli occupati, il nostro obiettivo è garantire che sia mantenuta un livello di concorrenza sulle imprese oggetto della fusione» ha spiegato il portavoce dell'Antitrust Ue.
Si va quindi verso un atteggiamento più morbido? «Non possiamo pregiudicare adesso il risultato dell'inchiesta, non abbiamo ancora preso alcuna decisione», ha spiegato ancora il portavoce della concorrenza, ricordando che c'è tempo fino al 23 maggio.
Il Mattino