A furia di ripetere che i giovani devono smetterla di pensare al posto fisso e, meno che mai, a quello nella pubblica amministrazione, siamo arrivati a costruire un paese dove...
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Un disastro sociale fotografato in dettaglio nel rapporto «Il mercato del lavoro 2018» costruito a più mani da ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal. Un rapportone che evidenzia «l'acuirsi degli squilibri territoriali» ma che, curiosamente, nell'analisi dell'utilizzo delle agevolazioni a sostegno dell'occupazione ritiene ci sia una «sovra-concentrazione delle agevolazioni nel Mezzogiorno», considerando eccessivo che al Sud sia andato il 25% delle agevolazioni, nonostante la popolazione sia del 34% e la popolazione disoccupata (cioè quella destinataria delle agevolazioni) sia ovviamente molto superiore.
Il rapporto copre un periodo di dieci anni (2008-2018) segnato com'è noto da una prolungata crisi seguita da una sostanziosa ripresa. Ma mentre il saldo finale fra posti persi e posti recuperati è di +376mila nel Centronord, nel Mezzogiorno siamo a -262mila. Dati noti ma che è doveroso ricordare.
L'aspetto più innovativo del rapporto però è in un confronto settore per settore fra occupazione in Italia e nella media Ue. In totale in Italia mancano 3,8 milioni di posti per raggiungere la media europea di cui come detto 3 milioni nel Mezzogiorno, anche se il rapporto non fa i conti ma osserva che «il gap occupazionale da colmare riguarda sostanzialmente il Mezzogiorno». L'aspetto interessante è che dei 3,8 milioni di posti mancanti, ben 3,2 milioni sono professioni qualificate, in gran parte nel settore pubblico. La singola voce nella quale c'è il deficit più ampio nei confronti con l'Ue è «Sanità e assistenza sociale», ramo nel quale lavorano appena il 4,7% degli italiani contro l'8,3% degli europei. In numeri assoluti, il settore sanitario occupa oggi 1,8 milioni di italiani mentre ne servirebbero per stare in linea con l'Unione europea altri 1,4 milioni portando il totale a 3,2 milioni. E, anche se non si arriva a tale analisi di dettaglio, è chiaro che questi posti mancano soprattutto al Sud. Servirebbero inoltre 592mila occcupati in più nel comparto «Pubblica amministrazione, difesa e previdenza» e 486mila nel settore «Istruzione». Il lavoro che non c'è è soprattutto quello qualificato, visto che addirittura in Italia i posti mancanti destinati ai laureati sono ben 4,3 milioni. Un'enormità. A conferma della povertà culturale dell'Italia, c'è il dato dei 5,7 milioni di lavoratori sovraistruiti, cioè con un titolo di studio elevato rispetto all'attività svolta. Non sorprende perciò che ben il 19% dei dottori di ricerca del 2014 a quattro anni dal titolo conseguito viva e lavori all'estero.
Per recuperare occupazione, in Italia diversi governi hanno messo in campo a partire dal 2013 incentivi alle assunzioni, che il rapporto esamina nel dettaglio. I bonus erano in genere più intensi nel Mezzogiorno, per i giovani e per le pmi eppure soltanto il 25% delle agevolazioni ha raggiunto il Mezzogiorno, valore che come si è detto il rapporto giudica «sovra-concentrato» perché confronta il 25% con il 19% di occupazione complessiva, mentre il parametro ordinario di riferimento è il 34% del peso demografico dell'area. In ogni caso, l'incentivo che ha avuto maggiore presa al Sud è il Garanzia Giovani (35%).
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Il Mattino