Cresce il numero delle persone che si attivano per cercare un lavoro, ma con esso anche quello dei disoccupati, che a settembre sono stati circa 60 mila in più rispetto ad...
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Per comprendere la doppia dinamica di crescita, ovvero di occupati da una parte e di senza lavoro dall'altra, si deve guardare al calo dei cosiddetti inattivi, ossia alle persone tra i 15 e i 64 anni che non cercano nessun impiego. Secondo l'Istat, la maggiore partecipazione al mercato del lavoro a settembre è dovuta alla diminuzione del numero di coloro che non cercano un impiego: scendono, infatti, dello 0,9 per cento, sono 127mila in meno rispetto ad agosto. Un maggior numero di persone alla ricerca di un'occupazione, quindi, ha portato ad allargare entrambe le maglie, sia quella degli occupati che di coloro alla ricerca di un impiego. Il calo degli inattivi interessa sia le donne e gli uomini e coinvolge tutte le classi di età. Per quanto riguarda i disoccupati, dopo il calo di luglio e agosto il numero torna a crescere: sono 60 mila in più (più 2 per cento), con una distribuzione tra uomini e donne e le varie fasce d'età. Sfuggono da questo peggioramento i giovanissimi tra i 15 e i 24 anni, tra i quali si registra un miglioramento di 1,2 punti, con il tasso di senza lavoro in discesa al 37,1 per cento. Guardando i dati annuali, ovvero rispetto a settembre 2015, l'aumento dei disoccupati è del 3,4 per cento: circa 98 mila persone in più senza lavoro in 12 mesi. Cresce, come detto, anche l'occupazione (più 0,2 per cento). L'aumento spiega l'Istat è dovuto soprattutto ai lavoratori autonomi, che a settembre sono 56 mila in più rispetto ad agosto.
Mentre sono calati i lavoratori dipendenti con contratti a termine; rimangono stabili coloro con a tempo indeterminato. Il tasso di occupazione quindi si attesta al 57,5%, in aumento di 0,1 punti percentuali. Su base annua l'Istat conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati: in un anno, cioè rispetto al settembre 2015, gli occupati sono 265 mila in più e quasi esclusivamente per la crescita dei dipendenti permanenti (più 264 mila). Il miglioramento riguarda soprattutto gli over 50, con 384 mila persone in più al lavoro. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parla di «un quadro complessivamente positivo del mercato del lavoro», sottolineando il ritorno ai livelli occupazionali di giugno 2009 e ricordando che «rispetto a febbraio 2014», e cioè dall'avvio dell'attività del Governo Renzi, «gli occupati sono 656mila in più». Per il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, invece, l'aumento dei lavoratori autonomi «deve far riflettere». Dietro alla loro crescita potrebbero esserci il fenomeno delle finte partite Iva, con attività a basso costo e incarichi non da autonomi. Secondo il segretario Uil «il legislatore dovrebbe prendere atto di questo fenomeno», la cosiddetta Gig economy, ossia il mercato dei lavoretti, del lavoro on demand». Ecco perché - aggiunge - «occorre individuare, attraverso un tagliando del Jobs Act, soluzioni che evitino l'espandersi di questo fenomeno». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino