ROMA La decisione era rimasta appesa. Nelle ore concitate dell'approvazione della legge di Bilancio, con la spada di Damocle della trattativa europea sulla testa, il...
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IL RECLUTAMENTO
La struttura, sempre secondo quanto stabilito dall'ultima manovra, potrà assumere 300 persone altamente specializzate (120 delle quali saranno temporaneamente destinate alle stazioni uniche appaltanti provinciali) e potrà reclutare altre 50 persone di ruolo della pubblica amministrazione. L'idea di Tria è quella di ricostituire il genio civile, con lo scopo ultimo di accelerare i tempi di realizzazione degli investimenti pubblici. I compiti della centrale saranno molti. Su richiesta delle amministrazioni centrali e locali potrà occuparsi della progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva di lavori, del collaudo, del coordinamento della sicurezza della progettazione nonché alla direzione dei lavori e agli incarichi di supporto tecnico-amministrativo alle attività del responsabile del procedimento e del dirigente competente alla programmazione dei lavori pubblici. Mettendo la centrale per la progettazione sotto l'ombrello dell'Agenzia del Demanio, le amministrazioni centrali e locali che dovranno effettuare gli investimenti potranno affidare in via diretta, senza la necessità di gare di appalto, alla stessa struttura tutte queste fasi della realizzazione delle opere pubbliche.
I NUMERI
Insomma, per il governo sarebbe più strategico accelerare i lavori che stanziare nuovi fondi. Due giorni fa, in audizione in Parlamento, l'Ance ha contato oltre 400 opere bloccate per un importo superiore a 27 miliardi di euro. Un dato censito, in pochi mesi, nel sito Sbloccacantieri. Nella manovra presentata ad ottobre - ha spiegato il presidente dell'associazione dei costruttori Gabriele Buia, - si prevedeva un aumento di 3,5 miliardi di euro nella spesa effettiva di cassa statale 2019 per gli investimenti pubblici, rispetto alla legislazione pre-vigente, e in tutto di 15,5 miliardi nel triennio 2019-2020. Il testo finale approvato, invece, ha ridotto questo aumento a 550 milioni nel 2019, rinviando gran parte della spinta (10,5 miliardi) al biennio successivo, e comunque riducendola da 15,5 a 11 miliardi nel triennio. La scommessa della struttura, insomma, è quella di riuscire ad accelerare i cantieri e a spendere i soldi che già ci sono. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino