Dal Nord Europa al Mediterraneo: ecco il piano di espansione di Aponte

Dal Nord Europa al Mediterraneo: ecco il piano di espansione di Aponte
Dopo Gioia Tauro rotta su Valencia. Il gruppo Msc con un investimento che supera il miliardo di euro issa la sua bandiera sul grande terminal contenitori del porto spagnolo. Un...

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Dopo Gioia Tauro rotta su Valencia. Il gruppo Msc con un investimento che supera il miliardo di euro issa la sua bandiera sul grande terminal contenitori del porto spagnolo. Un investimento rilevante: il gruppo che fa capo all'armatore napoletano Gianluigi Aponte punta a portare nello scalo 5 milioni di contenitori rilanciando sull'altra sponda del Mediterraneo un terminal pronto a intercettare i traffici diretti in Europa. La strategia del gruppo Aponte, secondo armatore al mondo nel traffico contenitori, si delinea con sempre maggiore chiarezza: nel Mediterraneo alla via della seta si risponde con l'efficienza che in questo settore si traduce in terminal e attrezzature moderne. Una nave deve ridurre al minimo le soste, questo è il punto da cui partire. E per ottenere questo risultato ci vogliono terminal e attrezzature per svuotare meganavi in poche ore. Diego Aponte, il capo di questo ramo armatoriale della famiglia, ha messo in campo una precisa strategia tendente ad acquisire terminal nel grandi porti. Gli scali, prima ancora delle rotte, offrono interessanti opportunità per investimenti e sviluppo occupazionale: si stima che l'ingresso di Msc nel porto di Valencia creerà almeno settemila nuovi posti di lavoro.

 
E questa strategia è condivisa dall'altro ramo della 2M la Maersk. Non bisogna dimenticare, infatti, che proprio l'Alleanza tra Msc e la danese Maersk, la 2M, appunto, ha creato un colosso in grado di rispondere colpo su colpo alle altre due grandi alleanze internazionali, la Ocean Alliance (CMA, Cosco, Evergreen e Oocl) e The Alliance (Hapag-Lloyd, NIK. Mol, K-Line).

È nello scacchiere di queste alleanze che le mosse per l'acquisizione di nuovi terminal diventano strategiche. Oltre alla massiccia presenza nei porti del Nord Europa, e in Africa, Msc da qualche anno ha deciso di puntare con decisione sul bacino del Mediterraneo. È da qui le scelte di acquisire completamente le quote di Conateco e Soteco, il più grande terminal del porto di Napoli, in cui c'era una compartecipazione paritaria della cinese Cosco. E poi via via presenze sempre di forti in porti italiani importanti come Ravenna, La Spezia, Trieste, Genova e Venezia fino alla completa acquisizione dello scalo di Gioia Tauro.

Tutto questo arricchisce una rete che è capillare in tutto il globo. Al momento, infatti, Msc dispone di terminal container in Africa, Australia, Brasile, Cina, Europa, India, Medio Oriente e Stati Uniti d'America. Insomma Msc può vantare una straordinaria copertura portuale nel mondo al servizio di una flotta commerciale che conta oltre 440 navi che percorrono 200 rotte verso 500 porti in 155 Paesi.

E poi gli interporti. Msc ha investito in numerosi interporti perché, come spiega la compagnia, «queste strutture sono state progettate per velocizzare la consegna dei carichi nelle città in cui si registrano livelli di congestione particolarmente elevati. In queste situazioni, il container viene trasportato presso l'interporto dove potrà essere consegnato al cliente senza ulteriori attese. Questo è un altro esempio di come Msc investa tempo, denaro e competenze per fornire un servizio più rapido e flessibile».


Ma torniamo a Valencia. Msc ha presentato all'Autorità portuale, attraverso Til, la società in house che gestisce i terminal, un piano di investimenti 1,2 miliardi di euro, per realizzare il nuovo terminal contenitori. Si tratta di una piattaforma di 1,4 milioni di metri quadrati completamente automatizzata. In cambio il gruppo Aponte otterrà la gestione del nuovo terminal per 35 anni prorogabili fino a 50 anni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino