«Ragionevole uno scambio fra le aliquote e il cuneo fiscale Ma resta l'ipotesi del taglio Irpef. Gli aumenti agli statali ci saranno. C'è continuità...
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All'osservazione che sulla riduzione dell' Irpef, promessa dal governo Renzi, nel Def non c' è traccia, Padoan replica: «La legge di bilancio per il prossimo anno è tutta da discutere. Il Def contiene solo un quadro generale. L' ipotesi non è stata esclusa, non siamo ancora alla fase delle misure esplicite».
Tutte le scelte sono rinviate all' autunno? «Non direi che è una linea attendista ma di continuità. I capitoli sono gli stessi che sono stati al centro dell' attenzione del governo in questi anni: spingiamo la crescita sostenendo investimenti privati e pubblici e attraverso le riforme, in un contesto di consolidamento della finanza pubblica, che deve continuare». Sul fatto che su Pil e deficit c' è prudenza, il ministro osserva: «Dipende dal fatto che proprio i margini di finanza pubblica si stanno restringendo, perché dal punto di vista tecnico ci avviciniamo alla chiusura dell' output gap, l' indicatore che segnala quanto un Paese è distante dalla sua crescita potenziale: in questa situazione la richiesta di aggiustamento, secondo le regole europee, è più forte. Anche gli anni scorsi nel Def si delineavano i grandi numeri, rinviando alla legge di Stabilità le manovre specifiche. È nella natura della programmazione. Stiamo usando lo stesso metodo ma i margini sono più stretti e il clima politico più complicato perché, per così dire, siamo in un punto diverso del ciclo elettorale».
«È vero - aggiunge poi -, il Quantitative easing si sta restringendo e lo vediamo nei tassi di mercato che già incorporano questa tendenza. Ma la gestione del debito in questi anni di tassi bassi è stata molto efficiente, abbiamo accumulato fieno in cascina. Il costo del debito andrà aumentando ma non ci sarà una drammatica inversione di tendenza». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino