OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Parte in salita la trattativa tra governo e sindacati sul futuro delle pensioni. Il tavolo a cui parteciperà il presidente del Consiglio è convocato per oggi pomeriggio alle 16,30. Sul dossier più delicato, quello relativo alla nuova forma di anticipo che potrebbe sostituire in via strutturale Quota 100, la carta del governo è l’estensione a tutti i lavoratori della possibilità di lasciare il lavoro anticipatamente in cambio di un assegno interamente calcolato con il metodo contributivo.
Una generalizzazione della formula “Opzione donna” (appena prorogata per un altro anno), che è già stato ribattezzato “Opzione tutti” e potrebbe scattare da un’età minima di 62-63 anni. La soluzione non piace a Cgil, Cisl e Uil ma per l’esecutivo è l’unica possibilità di conciliare le esigenze dei pensionandi con quelle del bilancio pubblico. Questo meccanismo infatti pur provocando nell’immediato un maggior numero di uscite, concorre nel medio-lungo periodo a ridurre la spesa previdenziale, proprio perché gli importi degli assegni risultano ridotti a causa del calcolo meno favorevole.
A quanto ammonta la decurtazione? La percentuale è estremamente variabile perché dipende in modo essenziale dalla storia contributiva del singolo lavoratore.
Cgil, Cisl e Uil vogliono invece un canale di uscita che non preveda decurtazioni dell’assegno. Una soluzione intermedia che resta in campo, meno onerosa per i conti pubblici, è quella elaborata dall’Inps che prevede la liquidazione della sola quota contributiva dell’assegno fino alla maturazione della pensione piena all’età della vecchiaia. In questo caso l’aspetto da verificare riguarda l’importo effettivo di questo trattamento, che potrebbe essere troppo esiguo essendo riferito ai soli anni di versamenti contributivi.
In realtà il tema flessibilità non sarà probabilmente il primo ad essere affrontato. Le parti dovranno in prima battuta definire il formato del confronto e l’orizzonte temporale che potrebbe essere quello del prossimo Documento di economia e finanza a primavera, anche se i sindacati intendono intanto definire in tempi rapidi alcuni correttivi alla legge di Bilancio, ad esempio sul tema dei lavoratori “precoci” e sulla tabella delle categorie ammesse alla nuova versione dell’Ape sociale (il trattamento-ponte riservato a disoccupati e lavoratori impegnati in mansioni faticose). In agenda ci sono altri temi molto importanti. A partire dal destino previdenziale dei giovani, con la possibilità di definire una pensione di garanzia destinata a tutelare chi - avendo avuto carriere lavorative intermittenti - rischia di risultare particolarmente penalizzato dal metodo contributivo. Anche per le lavoratrici dovrebbero essere definite ulteriori misure correlate alla particolarità delle loro storie contributive.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino