Alberto Brambilla, il tecnico vicino alla Lega, il professore che ha duramente contestato la proposta di legge firmata dal Carroccio insieme ai Cinque Stelle in un documento del...
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Ma le critiche mosse da Brambilla pesano come un macigno. Nel suo dossier, Itinerari previdenziali, ha messo in evidenza tutte le carenze di una proposta che si basa sulla cosiddetta equità attuariale, che ricalcola cioè le pensioni usando come base l'età di uscita della legge Fornero, proprio quella che la Lega vorrebbe rivedere. Insomma, il ricalcolo non avviene in base ai contributi effettivamente versati, ma all'età di uscita. Se una persona è andata a 59 anni, la sua pensione verrà ricalcolata penalizzandola per il fatto che l'uscita non è avvenuta a 67 anni. Un calcolo, secondo Brambilla, non solo incostituzionale, ma anche profondamente ingiusto.
La maggior parte delle persone coinvolte, 80 mila pensionati in tutto, non ha scelto di uscire prima, è stata obbligata a pensionarsi a una determinata età. Si pensi per esempio alle donne, per le quali, per molti anni, l'età di pensionamento era per legge anticipata rispetto a quella degli uomini. Oppure ai militari che, in virtù del lavoro rischioso svolto, hanno diritto allo sconto di un anno ogni cinque di servizio prestato. O ancora ai manager espulsi dalle società con i piani di riorganizzazione (i cosiddetti scivoli). Brambilla aveva proposto un sistema alternativo, un contributo di solidarietà da attuare su tutte le pensioni superiori ai 2 mila euro. «Personalmente - dice - io non farei nulla, nemmeno il contributo di solidarietà. Quella mia proposta - aggiunge - aveva un unico scopo, quello di finanziare un fondo per le assunzioni di giovani under 29, donne over 50 e uomini over 57, in modo da poter portare il numero degli occupati al record di 24 milioni e avere un rapporto tra pensionati e lavoratori di 1 a 1,5 in grado di tenere in equilibrio il sistema». Detto questo, aggiunge, «voglio sottolineare che non sono consulente di Salvini, ma tra noi c'è solo reciproca stima e, soprattutto, che quei 7 mila euro che mi vengono attribuiti in alcune ricostruzioni giornalistiche non sono la mia pensione». La domanda a questo punto è un'altra. Il governo andrà avanti sulla proposta di legge presentata il 6 agosto? Secondo Brambilla a questo punto sì, perché a questo punto è difficile fare marcia indietro. Fonti di governo confermano che si andrà avanti, ma con dei correttivi in Parlamento. Di che tipo? Una salvaguardia per le donne, forse una per i militari e gli esodati. Ma in questo modo la platea si restringerebbe drasticamente, e con lei anche le limitate risorse (330 milioni) ottenibili dal taglio delle cosiddette «pensioni d'oro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino