Recovery plan, la Compagnia Sanpaolo in aiuto dei Comuni: «Nessuno del Mezzogiorno»

Recovery plan, la Compagnia Sanpaolo in aiuto dei Comuni: «Nessuno del Mezzogiorno»
L'appuntamento è per questa mattina alle 11. C'è il webinar di presentazione del bando da 6 milioni di euro «Next Generation We» promosso dalla...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L'appuntamento è per questa mattina alle 11. C'è il webinar di presentazione del bando da 6 milioni di euro «Next Generation We» promosso dalla Compagnia di San Paolo e riservato ai Comuni alle prese con i progetti del Pnrr. Ma non per tutti. Torino rispolvera il vecchio «non si affitta ai meridionali» stavolta con questa formula: «Il Bando è rivolto agli enti pubblici territoriali con esclusivo riferimento a singoli Comuni e Unioni di Comuni (ivi comprese le comunità montane) di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta».

La Compagnia di San Paolo, non c'è dubbio, ha le sue radici storiche a Torino: risalgono al 1563. Ma da molti anni ha un raggio d'azione internazionale, con uno statuto che non prevede più vincoli territoriali. E, peraltro, quando i limiti territoriali nello statuto c'erano, includevano oltre a Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta anche la Campania, come riconoscimento della meridionalizzazione dell'attività dopo l'acquisto da parte del SanpaoloImi del Banco di Napoli. Era il 2003.

La banca ormai si chiama Intesa Sanpaolo anche se in quattro regioni del Sud Italia restano ancora le insegne storiche del Banco Napoli. Ma, quel che più conta, la Compagnia di San Paolo è tuttora il primo azionista con il 6,12% di un'azienda creditizia che opera e macina utili in tutto il territorio nazionale, oltre che all'estero. E poi, tramite una quota di rilievo in Cassa depositi e prestiti, la Compagnia di San Paolo incassa i dividendi di Poste Italiane, Eni, Enel, Terna e di molti gioielli della holding pubblica. 

Ma al momento di preparare il bando «Next Generation We» a Torino hanno pensato di restringere a sole tre regioni la possibilità di partecipare e incassare i contributi, i quali hanno un massimale per singola iniziativa di 80mila euro, a fronte di un plafond disponibile di 6 milioni. Quel «We» al posto di «Eu», perciò, sta proprio a indicare «noi», inteso come «noi soltanto». L'obiettivo del bando è «rendere possibile la definizione di un portfolio di progetti rilevanti per il territorio aventi i requisiti di finanziabilità nella cornice del Pnrr». Senza pudore, si afferma: «Questo bando contribuisce a ridurre le disuguaglianze». Di sicuro non quelle Nord-Sud.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha la caratteristica di assegnare i fondi quasi sempre con bandi. Non solo, come è ovvio, quando destinatarie sono le imprese, ma anche quando sono gli enti locali chiamati a costruire scuole o centri sociali, vale a dire strutture che andrebbero garantite senza distinzioni su tutto il territorio nazionale. In una gara però i Comuni del Sud partono in deciso svantaggio perché dieci anni di stretta fiscale hanno ridotto più che altrove il personale. È noto il caso del Comune di Napoli, dove il neosindaco Gaetano Manfredi non ha trovato tecnici in organico e addirittura al primo bando del Pnrr, quello per le scuole dell'infanzia, Napoli non ha neppure presentato domanda. 

I divari di partenza, già forti, ora si accentuano con l'alleanza tra fondazioni bancarie e Comuni. La Compagnia di San Paolo è stata esplicita nella sua scelta territoriale. Ma ci sono anche barriere implicite. L'Anci Toscana ha fatto appello alle dieci fondazioni bancarie della regione (Firenze, Lucca, Monte Lucca, Pisa, Montepaschi, Pistoia-Pescia, Livorno, Volterra, Carrara e Prato) per chiedere appunto un sostegno ai Comuni in vista dei bandi del Pnrr: «Oggi, paradossalmente - scrive il sindaco di Prato Matteo Bissoni - a fronte di tante risorse, rischiamo che per i tempi stretti che vengono dati e per la mancanza di risorse per incarichi esterni (e di personale interno) molti comuni non arrivino pronti all'apertura dei bandi». Dal presidente di Anci Campania Carlo Marino, sindaco di Caserta, non potrebbe partire una richiesta altrettanto fiduciosa. Infatti le fondazioni bancarie del territorio campano sono appena due (Banco Napoli e Salernitana) con un patrimonio complessivo di 160 milioni, un decimo di quello della sola Cassa di risparmio di Firenze, la più grande della Toscana, e un trentottesimo di quello della Compagnia di San Paolo, che supera i 6 miliardi.

Le fondazioni bancarie da tempo contribuiscono al dilatarsi dei divari territoriali. In Italia ve ne sono 86 più una, la Fondazione Con il Sud, nata proprio per attenuare le sperequazioni. Tuttavia, nonostante l'impegno della Fondazione Con il Sud, il risultato finale è decisamente modesto. Nel 2020 le fondazioni (86 più una) hanno nel loro insieme erogato 950 milioni di euro, in favore di iniziative di alto valore sociale, culturale, di ricerca. Tuttavia al Mezzogiorno è arrivato appena il 4,6% del totale. Con l'alleanza fondazioni-Comuni adesso si apre la caccia ai 70 miliardi destinati dal Pnrr ai municipi e, ancora una volta, chi parte in posizione di vantaggio utilizza la propria posizione per allargare la distanza dagli altri. In una gara tanto iniqua quanto insensata. L'obiettivo del Next Generation Eu non è individuare i sindaci più astuti nel preparare i bandi bensì traghettare l'intera comunità in un mondo più sano.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino