Il dettagliato report sulla produzione automobilistica italiana, reso noto dalla Fim Cisl, mostra dati che in certi casi fanno preoccupare (Pomigliano e Cassino), in altri fanno...
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In termini percentuali si tratta del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2017. Numeri certamente non buoni e peraltro resi meno impietosi grazie alle performance positive dello stabilimento automobilistico di Melfi dove vengono prodotte le Jeep Renegade e le 500 X, e di Val di Sangro, nel chietino, dove si realizzano i Ducato.
A Pomigliano si registra tra gennaio e settembre un sensibile calo di prduzione della Panda pari al 16,2% (134.202 vetture prodotte) rispetto allo stesso periodo del 2017 (160.212 vetture prodotte). Stablimento che conta un esubero di 2400 lavoratori, in questo momento ammorbidito grazie alla cassa integrazione a rotazione, che però durerà solo fino a settembre del 2019. Difficile la situazione delle produzioni Alfa Romeo a Cassino (- 22 %) e difficilissima quella delle auto del Biscione a Torino e delle Maserati a Grugliasco e a Modena, dove si segna un calo medio nettamente superiore al 30% con punte del 36%. A ogni modo in questi giorni si attende l'incontro di verifica per Pomigliano, l'impianto italiano di FCA in cui nel 2010 è iniziata la deregulation dei contratti di lavoro ma che ha la cassa integrazione meno sicura di tutto il gruppo nazionale a causa della sua scadenza più ravvicinata rispetto alle altre fabbriche.
Le fonti sindacali di settore spiegano intanto che i trend negativi resteranno tali. Urge dunque l'implementazione di nuove produzioni. «Occorre però anche un incontro al vertice su tutta la questione FCA dice Ferdinando Uliano segretario nazionale della Fim Cisl - perché dopo la scomparsa di Marchionne sono stati già definiti tutti i manager che contano». Uliano incalza l'azienda. «L'equilibrio finanziario - spiega - è importante perché a questo è legato la capacità d'investire. Ora è necessario che FCA utilizzi le risorse prodotte per completare gli investimenti nelle tipologie delle nuove motorizzazioni ibride e elettriche e spingendo sulla nuova mobilità. Solo così si mette in sicurezza l'occupazione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino