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I destinatari dei sostegni di contrasto alla povertà, il Rei e poi il Reddito di cittadinanza, hanno avuto solo in minima parte accesso a un servizio di attivazione verso l'occupazione. Emerge da una ricerca dell'Inapp su un campione di destinatari del sussidio secondo la quale ci vogliono oltre 4 mesi per la presa in carico da servizi sociali e centri per l'impiego.
«L'offerta di lavoro e di attività formative per i beneficiari del Rdc - si legge - è il punto dolente. Solo una quota tra il 3% e l'8 % a seconda del servizio, ritiene che la misura abbia prodotto risultati in termini di attivazione lavorativa e formativa».
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Reddito, i beneficiari che lavorano
Quasi il 60% degli Ambiti territoriali sociali e dei centri per l'impiego individua come problematica la dimensione attuativa della misura sul fronte sociale e lavorativo.
LE CRITICITA'
Le principali criticità riguardano la presa in carico dei destinatari dei sussidi contro la povertà: in media trascorrono circa 4 mesi e mezzo tra l'autorizzazione ad ottenere il Reddito di cittadinanza e la presa in carico del beneficiario da centri per l'impiego e servizi sociali comunali. Solo la metà dei centri (51,6%) risulta in condizione di convocare entro i 30 giorni prescritti dalla norma i beneficiari della misura. I tempi di presa in carico da parte dei centri per l'impiego risentono del volume di utenza che caratterizza i diversi territori e risultano più ridotti al Nord, dove l'attesa mediamente è di 3 mesi e mezzo, mentre al Sud si avvicinano ai 5 mesi e mezzo. Meno problematiche, conclude la ricerca, le fasi successive, ossia la stipula del patto, la definizione di un'agenda di appuntamenti e la verifica degli impegni e delle condizionalità posti a carico dei beneficiari.
Il Mattino