Reddito di cittadinanza, tagliola se finiscono i fondi

Reddito di cittadinanza, tagliola se finiscono i fondi
Cosa succederà se i fondi stanziati per il reddito di cittadinanza si riveleranno insufficienti? A questa domanda ha risposto l'Inps nella sua circolare dedicata al...

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Cosa succederà se i fondi stanziati per il reddito di cittadinanza si riveleranno insufficienti? A questa domanda ha risposto l'Inps nella sua circolare dedicata al nuovo sussidio. Come previsto dalla legge, il campanello suonerebbe quando le risorse accantonate dall'Inps per gli oneri futuri raggiungessero il 90 per cento delle risorse pubbliche disponibili. In questo caso l'istituto segnalerebbe la situazione al ministero del Lavoro e a quello dell'Economia. Se si arrivasse poi al totale esaurimento delle risorse disponibili, allora verrebbe sospese l'erogazione del sussidio e l'acquisizione di nuove domande, in attesa di un decreto ministeriale che rimoduli (ovvero tagli) l'ammontare del beneficio. In un comunicato che accompagna la circolare, l'istituto tiene comunque a ricordare che «al momento non vi sono elementi per ritenere che le risorse stanziate potrebbero non essere sufficienti». Lo stesso testo con le indicazioni operative riepiloga poi il funzionamento del reddito e i requisiti previsti. In particolare vengono precisate le variazioni da comunicare durante il periodo di godimento del beneficio. Chi lo percepisce infatti dovrà far sapere se varia la composizione del nucleo familiare (nel qual caso va presentata entro due mesi una dichiarazione sostitutiva ai fini Isee) o la situazione patrimoniale.

 
Andranno comunicate anche le variazioni dell'attività lavorativa, che possono essere di vario tipo a seconda della posizione degli interessati. Se si tratta di lavoro dipendente, il nuovo o maggior reddito concorre alla variazione nella misura dell'80 per cento, a partire dal mese successivo, in anticipo rispetto all'Isee annuale. Se invece uno dei componenti del nucleo familiare avvia un'attività di impresa o di lavoro autonomo, entro 30 giorni va presentato un apposito modello entro 30 giorni dall'inizio dell'attività stessa.

Il reddito rilevante è individuato secondo il principio di cassa, come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese sostenute. La comunicazione del reddito va effettuata entro il quindicesimo giorno successivo al termine di ogni trimestre, anche in questo caso in anticipo rispetto all'Isee. Tuttavia la legge prevede esplicitamente che - a titolo di incentivo - per due mesi il beneficio economico non sia modificato nonostante il reddito non sia più lo stesso. L'Inps inoltre precisa che qualsiasi domanda di reddito di cittadinanza, indipendentemente dal canale attraverso cui viene presentata, sarà istruita e posta in pagamento solo dopo l'aggiornamento dei valori reddituali derivanti dalle dichiarazioni contenute nel cosiddetto modello Com ridotto. Il modello va presentato contestualmente alla domanda se questa passa per i Caf, altrimenti ai Caf stessi se la domanda è presentata all'ufficio postale.


Intanto nella serata di ieri è stata votata nell'aula della Camera la fiducia sulla conversione in legge del decretone. Il provvedimento dovrà quindi passare al Senato per l'approvazione definitiva, entro fine mese. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino