Ristorazione e commercio al dettaglio. E poi anche servizi informatici, legali e contabili, ovvero il terziario avanzato. Sono in questi settori le aziende che nell'ultimo...
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Le 75 mila imprese (il 10 per cento) che hanno avuto la migliore performance occupazionale hanno avuto incrementi dei posti di lavoro di almeno il 7 per cento. Al di là del settore, viene spiegato nel rapporto, hanno anche alcune caratteristiche in comune: produttività elevata (superiore del 5% rispetto alla media complessiva), un basso costo di lavoro per unità di prodotto e retribuzioni superiori alla media del settore. Inoltre la forza lavoro interna è mediamente più giovane, (l’81,5% del personale dipendente ha meno di quaranta anni) e istruita (4 lavoratori laureati ogni 10 non laureati).
Un altro aspetto interessante riguarda il lavoro autonomo. Nel suo insieme ha avuto un calo di ben 430 mila unità tra il 2008 e il 2016, ma con tendenze differenziate: ad esempio è positiva la dinamica dei liberi professionisti. La flessione dei lavoratori indipendenti negli ultimi due anni può essere anche il risultato della chiusura di alcune "finte collaborazioni", il che era uno degli obiettivi del Jobs Act. Questa interpretazione è stata avallata ad esempio dal presidente dell'Inps Boeri, che però ha anche invitato a guardare con attenzione i segmenti più deboli del lavoro autonomo, che mostrano segni di sofferenza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino