Nell'Unione europea le donne guadagnano in media il 16% in meno rispetto agli uomini, a sorpresa appena il 5% in Italia. Ad affermarlo è l'Ufficio di statistica...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il discorso cambia se si considera solo il Mezzogiorno d'Italia. «Una donna laureata da quattro anni che lavora al Sud ha un reddito medio mensile netto di 300 euro inferiore a quello di un uomo (1.000 euro contro 1.300)», spiega la Svimez in uno studio sulle donne del Sud presentato in occasione dell'8 marzo. In base alle elaborazioni dell'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, «il tasso di disoccupazione femminile nel 2017 era il 21,9% al Sud e il 9,1% al Centro Nord. Ma se si guarda alle giovani donne, tra 15 e 24 anni, il divario è ben più ampio: addirittura 55,3% nel Mezzogiorno e 27,7% nelle regioni centrali e settentrionali. Il doppio, quindi. Affrontare le questioni del Mezzogiorno al femminile - scrive la Svimez - consente di cogliere uno dei nodi centrali rimasti irrisolti». Ovvero, «le giovani donne meridionali vivono il curioso e terribile paradosso di essere le punte più avanzate della modernizzazione del Sud, perché hanno investito in un percorso di formazione e di conoscenza che gradualmente le sta portando a livelli di istruzione simili a quelli del resto del Paese e, al tempo stesso, le vittime di una società più immobile, più ingiusta - conclude l'associazione presieduta da Adriano Giannola - che specialmente sul mercato del lavoro finisce per sottoutilizzarle, renderle marginali o espellerle». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino