Salari, si riduce il gap uomini-donne
Svimez: «Ma non nel Mezzogiorno»

Salari, si riduce il gap uomini-donne Svimez: «Ma non nel Mezzogiorno»
Mercoledì 7 Marzo 2018, 19:09 - Ultimo agg. 8 Marzo, 09:37
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Nell'Unione europea le donne guadagnano in media il 16% in meno rispetto agli uomini, a sorpresa appena il 5% in Italia. Ad affermarlo è l'Ufficio di statistica europeo Eurostat in un rapporto sul divario retributivo riferito al 2016. In termini monetari, se un uomo guadagna un euro all'ora, le donne del Vecchio Continente devono "accontentarsi" di 84 centesimi. Ma non al di sotto delle Alpi. Tra gli Stati membri dell'Ue, il Belpaese è infatti quello con il gender pay gap più basso assieme alla Romania, ovvero il 5%. Al top figurano invece l'Estonia (25%), la Repubblica Ceca e la Germania (entrambe attorno al 22%).

Il discorso cambia se si considera solo il Mezzogiorno d'Italia. «Una donna laureata da quattro anni che lavora al Sud ha un reddito medio mensile netto di 300 euro inferiore a quello di un uomo (1.000 euro contro 1.300)», spiega la Svimez in uno studio sulle donne del Sud presentato in occasione dell'8 marzo. In base alle elaborazioni dell'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, «il tasso di disoccupazione femminile nel 2017 era il 21,9% al Sud e il 9,1% al Centro Nord. Ma se si guarda alle giovani donne, tra 15 e 24 anni, il divario è ben più ampio: addirittura 55,3% nel Mezzogiorno e 27,7% nelle regioni centrali e settentrionali. Il doppio, quindi. Affrontare le questioni del Mezzogiorno al femminile - scrive la Svimez - consente di cogliere uno dei nodi centrali rimasti irrisolti». Ovvero, «le giovani donne meridionali vivono il curioso e terribile paradosso di essere le punte più avanzate della modernizzazione del Sud, perché hanno investito in un percorso di formazione e di conoscenza che gradualmente le sta portando a livelli di istruzione simili a quelli del resto del Paese e, al tempo stesso, le vittime di una società più immobile, più ingiusta - conclude l'associazione presieduta da Adriano Giannola - che specialmente sul mercato del lavoro finisce per sottoutilizzarle, renderle marginali o espellerle».

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