Da oggi le aziende che operano nel Mezzogiorno verseranno meno contributi per tutti i loro dipendenti (2,8 milioni circa) o per quelli che volessero assumere ex novo. Entra in...
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Le imprese meridionali, dunque, chiamate a sfruttare l'opportunità. E se al vertice di Confindustria si manifesta un evidente scetticismo, tra gli industriali del Mezzogiorno si respira un clima ben diverso. Dice ad esempio Paolo Scudieri, leader dell'automotive e presidente dell'Anfia, la filiera nazionale di settore: «Il risparmio sul costo del lavoro e la fiscalità di vantaggio sono attrattori per gli investimenti di aziende internazionali che vogliono venire in Italia», dice senza mezzi termini l'industriale campano. E aggiunge in aperta polemica con il presidente di Confindustria, Bonomi: «La superficialità con cui un tema così importante è stato licenziato dal leader degli imprenditori italiani ci fa arrossire e mortifica l'ottimo ministro Provenzano ed il governo tutto, che al contrario ha dimostrato sensibilità, cultura e la giusta visione. Si aggiunga poi la mortificazione per aver identificato il Sud con l'illegalità ed ancora più aberrante assistere agli applausi che i presidenti delle territoriali meridionali hanno manifestato al termine del capitolo che deprimeva totalmente i provvedimenti a favore del Sud Italia».
Ampio sin dall'inizio il fronte che ha accolto favorevolmente il provvedimento. Per Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza, ad esempio, «il Mezzogiorno ha bisogno di investimenti in grado di creare occupazione. E in questa ottica, oltre al rilancio degli investimenti pubblici, appare di particolare interesse poter contare su una fiscalità di vantaggio a favore della creazione di nuove opportunità di lavoro: qualificate, stabili e durature». Sulla stessa lunghezza d'onda si sono sintonizzati anche altri imprenditori meridionali, impegnati in prima fila nell'ambito delle territoriali locali o regionali di Confindustria, pur nella consapevolezza che la misura va resa strutturale e che da sola non può risolvere il nodo del divario: «La fiscalità di vantaggio è un tassello fondamentale per rendere finalmente appetibile la ripresa degli investimenti nel Mezzogiorno e dare slancio all'occupazione. Per questo le nostre imprese hanno accolto con favore le misure introdotte nel decreto Agosto» hanno detto Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania, e Salvatore Gangi, presidente della Piccola industria di Confindustria Sicilia.
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Per entrambi «siamo all'inizio di un percorso che va nella direzione da sempre auspicata dalle imprese che non chiedono leggi speciali ma misure competitive capaci di saldare la profonda frattura ancora esistente tra le due Italie. Per questo occorre che la fiscalità di vantaggio diventi strutturale per riavviare il circuito dello sviluppo». La pensano così anche in Puglia: «Sono felicissimo che ci sia una misura destinata proprio a noi - commentò il presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana all'indomani dell'annuncio del premier Conte sulla fiscalità di vantaggio per il Sud». E aggiunse: «Una misura che aiuta le nostre aziende, perché un conto è fare impresa qui, un conto è farla nel resto d'Italia o d'Europa». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino