Stellantis, Pomigliano perde il monopolio della Panda

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy chiama Tavares per concordare il piano industriale dell'auto in Italia

Operai al lavoro nella fabbrica Stellantis
Da una parte la Panda attuale, tutta made in Pomigliano, che rischia di vedere accelerata la fine della sua gloriosa storia se sarà confermato dal 2027 l'obbligo di...

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Da una parte la Panda attuale, tutta made in Pomigliano, che rischia di vedere accelerata la fine della sua gloriosa storia se sarà confermato dal 2027 l'obbligo di produrre auto in Europa con motori Euro 7, inconciliabili in termini di margini per il gruppo Stellantis. Dall'altra, la nuova Panda, un crossover che per il Ceo portoghese Carlo Tavares «sarà di sicuro successo», che potrebbe entrare in produzione già dalla fine del prossimo anno ed essere realizzata su più stabilimenti. Nel mezzo una serie di dubbi (a quali stabilimenti pensa il manager, ad esempio) e di potenziali incognite per il futuro di Pomigliano («Se la Panda non resterà bisognerà entro fine anno indicare la nuova missione perché con i Suv Tonale e Dodge Hornet, che pure vanno benissimo, non si saturerà sicuramente la capacità produttiva dell'impianto», dice il segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano). Ma soprattutto nel mezzo c'è il confronto avviato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso con Stellantis per concordare il piano industriale dell'auto in Italia, finalizzato a riportare la produzione a quota un milione (ieri pieno sostegno all'iniziativa di Urso è arrivato dall'Anfia, la filiera dell'automotive).

Il ministro e Tavares dovrebbero incontrarsi di nuovo entro la prossima settimana per mettere nero su bianco all'intesa e definire così i nodi decisivi, a partire dalle garanzie che Stellantis offrirà al governo per poter accedere a risorse (anche dal Pnrr) e incentivi fiscali in grado di rendere conveniente la produzione di nuovi modelli in Italia, salvaguardando loccupazione e ottenendo risparmi importanti sul costo dell'energia come a Melfi con il sostegno delle royalties della Regione Basilicata anticipato dal Mattino.

In questo scenario, il futuro di Panda diventa un elemento decisivo. La “nuova Panda”, fino alla vigilia della semestrale di Stellantis, sembrava destinata all'estero (la Serbia si è detto a più riprese) mentre ora che si profila una produzione su più stabilimenti bisognerà capire a cosa pensa l'azienda. Pressoché impossibile ipotizzare un modello su due impianti dello stesso Paese, più concreto pensare a due Continenti come già accade per la Renegade. Ma in ogni caso per realizzare il nuovo crossover a Pomigliano, raccogliendo in chiave tecnologica la forte eredità della Panda attuale, occorrerà installare una piattaforma specifica, la piattaforma small come dicono i tecnici sulla quale eventualmente far convergere anche altri modelli. Se invece Pomigliano sarà esclusa da questa prospettiva, saranno decisive le assegnazioni delle nuove missioni nei singoli stabilimenti italiani che potrebbero essere decise da Stellantis proprio in questi giorni: «Che la Panda continui è comunque una buona notizia» dice Biagio Trapani, segretario della Fim di Napoli. «Da Stellantis attendiamo notizie anche per il futuro del centro di ricerca Elasis che rappresenta comunque un valore aggiunto per il territorio», dice Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uil. 

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Il Mattino