Superbonus, cessione crediti estesa alle big di Piazza Affari. Stretta penale contro le truffe

Superbonus, cessione crediti estesa alle big di Piazza Affari. Stretta penale contro le truffe
La stretta contro le truffe è confermata. E anzi tra le norme che arriveranno domani in Consiglio dei ministri, nell’ambito del “decreto energia” ce...

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La stretta contro le truffe è confermata. E anzi tra le norme che arriveranno domani in Consiglio dei ministri, nell’ambito del “decreto energia” ce n’è anche una di tipo penale per rafforzare ancora il contrasto ai furbetti della cessione del credito. Ma il nuovo intervento del governo in materia di superbonus e dintorni stavolta va nella direzione di allargare un po’ le maglie per gli operatori e per le famiglie che avevano fatto affidamento sul meccanismo del 110 per cento e sulle altre agevolazioni. Quindi l’intervento drastico che limitava ad un solo passaggio (oltre a quello dell’iniziale sconto in fattura) la circolazione dei crediti d’imposta verrà in parte ammorbidito. 

Le cessioni possibili saranno tre se avvengono all’interno del circuito degli intermediari bancari vigilati da Bankitalia; ma in queste ore si lavora per includere tra i soggetti “sicuri” anche le grandi società. L’idea, che però alla fine potrebbe essere declinata in modo differente, è ammettere anche i soggetti vigilati dalla Consob, ovvero essenzialmente le società quotate e quelle che emettono titoli. L’alternativa sarebbe quella di consentire l’acquisto a imprese di una certa dimensione e con fatturati elevati. In questo caso, però, alle imprese verrebbe data solo la possibilità di utilizzare i crediti fiscali in compensazione dei debiti verso il Fisco stesso, senza la possibilità di ulteriori cessioni. La mossa servirebbe anche ad “allargare” il mercato dei crediti. Le banche, da sole, potrebbero non essere più in grado di assorbire tutti gli sconti. In pancia agli intermediari finanziari, infatti, ci sarebbero già 19-20 miliardi sui 38,5 di sconti effettuati fino alla fine dello scorso anno. 

Confermata poi l’introduzione di una sorta di bollino per certificare che i crediti oggetto di cessione siano effettivamente relativi a lavori reali, e non fittizi come è invece è avvenuto in molti dei casi di frode che sono finiti al centro dell’attenzione dell’Agenzia delle Entrate e di varie Procure della Repubblica. Proprio oggi, in attesa degli ulteriori aggiustamenti, diventa pienamente operativo sulla piattaforma delle Entrate il nuovo regime che permette appunto una sola cessione. 

La mossa del governo risponde al pressing delle forze politiche, che però non sono riuscite a trovare un accordo per inserire i correttivi come emendamento al decreto Milleproroghe. La palla è quindi tornata all’esecutivo. Obiettivo comune, evitare il blocco dei lavori: in questa logica si inserisce anche l’idea di far rientrare nel circuito delle cessioni le grandi realtà aziendali coinvolte in questo mercato, come ad esempio Enel. Intanto la Cassa depositi e prestiti ha inviato una memoria alla Commissione bilancio, che sta esaminando il decreto sostegni ter che contiene le norme sulla cessione dei crediti. La Cdp ha confermato di aver effettuato sconti per 400 milioni di euro, il 2% del totale del mercato. La Cassa, dopo aver precisato di aver effettuato sin dall’origine verifiche documentali su crediti acquistati, ha anche confermato di aver subito sequestri da parte dei magistrati. I crediti sequestrati, è spiegato nella memoria, non sono più presenti nel cassetto fiscale della società. Contro questa decisione, la Cassa ha già fatto ricorso. 

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Il Mattino