OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Addio al Superbollo auto, rateizzazione delle tasse di novembre e ritenuta d’acconto dimezzata. Maggioranza pronta a modificare la delega fiscale che, nell’arco di un paio d’anni, rivoluzionerà il sistema tributario italiano.
Mutui, aumenti choc: accenderli a tasso fisso costerà il doppio
Dopo lo stop ai lavori causato dalla morte di Silvio Berlusconi, la commissione parlamentare Finanze riprende domani alla Camera le votazioni sugli emendamenti. In ballo l’approvazione delle modifiche proposte dai partiti: in queste ore sono in corso le ultime limature dei pareri da parte del ministero dell’Economia.
Gli emendamenti presentati entro la scadenza del 26 maggio erano oltre 600. Solo i segnalati del centrodestra sono circa 120. Tra le principali semplificazioni su cui punta la maggioranza, ci sono la rateizzazione delle tasse di novembre, con sei rate da pagare nell’anno successivo; la riduzione della ritenuta d’acconto almeno alla metà, dal 20% al 10%; e l’abolizione delle microtasse e in particolare, appunto, il superbollo.
LA NORMATIVA
Il governo ha assunto l’impegno a destinare tutto ciò che si recupera dall’evasione alla diminuzione della pressione fiscale.
«C’è una gran voglia di semplificare il fisco, ridurre la pressione fiscale e riequilibrare il rapporto tra cittadino e fisco», spiega il relatore del provvedimento, Alberto Gusmeroli (Lega), assicurando che in commissione si lavorerà con uno spirito “assolutamente costruttivo: siamo aperti a proposte migliorative anche dell’opposizione”. L’obiettivo del governo è chiudere l’esame del ddl entro l’estate, così da poter avviare le prime misure nel 2024. Il punto di partenza del nuovo sarà la riforma dell’Irpef, con il passaggio da 4 a tre aliquote. «Compatibilmente con le risorse«, ha ripetuto cauto nei giorni scorsi il viceministro Leo.
GLI SCAGLIONI
La strada, comunque appare già tracciata: l’idea di fondo, ha spiegato recentemente la premier Giorgia Meloni al tavolo con i sindacati, è di «ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori». Nel frattempo, come detto, ci si prepara a dire addio al Superbollo auto. Una scelta che rientra in un progetto più ampio di sfoltimento di alcuni micro tributi. Dal 2011, com’è noto, è in vigore un’addizionale erariale alla tassa automobilistica per le vetture che superano una determinata soglia di kilowattora. Nel 2012 la soglia è stata fissata in euro 20 per ogni kW di potenza del veicolo superiore a 185 kW per un veicolo nuovo. Con l’aumentare degli anni di anzianità si ha diritto a delle riduzioni: al 60% dopo 5 anni dalla data di costruzione, al 30% dopo 10 anni, al 15% dopo 15 anni. L’imposta extra non va più pagata decorsi venti anni dalla data di costruzione della vettura. Secondo la legislazione vigente il superbollo, che frutta 110 milioni, non sarà piu’ dovuto dal 1 gennaio 2037. Ma il governo è pronto ad anticipare i tempi.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino