Il dossier 'rete unica' si scalda e l'ad di Tim Luigi Gubitosi si prepara a portare in comitato strategico le opzioni possibili per un'aggregazione con Open Fiber...
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Il nodo è sempre stata la valutazione degli asset. «Di cifre ne sono girate tante» commentano gli analisti, si era partiti da 3-4 miliardi di euro e ora si parla di 2 miliardi. «Immaginiamo di Equity value, una stima più alta del range 1,3-1,6 miliardi da noi ipotizzato - commenta Equita Sim - ma pur sempre in un'area di ragionevolezza rispetto ad altre valutazioni circolate». Enel ha il suo 50% iscritto a bilancio per 490 milioni di euro, Cdp Equity per 496 milioni (a 'fair valuè). Open Fiber non ha ancora depositato il suo bilancio ma dalla relazione finanziaria di Enel emerge che i ricavi sono stati pari 114 milioni e il 2018 si è chiuso con una perdita di 127 milioni di euro. Il totale dell'attivo di Open Fiber risulta di 2,4 miliardi, in particolare le attività non correnti sono pari a 2,084 miliardi e quelle correnti a 313 milioni. E se da un lato per la Rete Unica è sceso in campo anche il Governo, dall'altro l'azienda mette a tema anche la reale domanda in Italia di fibra. «Il digital divide tra aree nere e aree bianche negli ultimi anni è aumentato, non diminuito - ha fatto notare Gubitosi - Ci sono tanti che investono nelle aree nere, c'è poca gente che usa internet nelle aree bianche».
«Questo - ha concluso - è prodotto di una politica che non ha avuto successo e forse andrebbe ripensata». «Abbiamo un problema perché gli italiani non sentono sufficientemente il bisogno di utilizzare internet» e anche per questo da ottobre Telecom inizierà a fare corsi di formazione per la cittadinanza.
Il Mattino