Turismo, mancano 300mila lavoratori (di cui 100mila camerieri): colpa di Reddito e stipendi bassi

Turismo, mancano 300mila lavoratori (di cui 100mila camerieri): colpa di Reddito e stipendi bassi
Nel turismo non si trovano più camerieri, cuochi, baristi, receptionist, animatori turistici e agenti di viaggio. Nel complesso il settore fatica a reperire 300mila addetti...

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Nel turismo non si trovano più camerieri, cuochi, baristi, receptionist, animatori turistici e agenti di viaggio. Nel complesso il settore fatica a reperire 300mila addetti da inserire nelle strutture ricettive, dagli alberghi ai ristoranti. Per un terzo si tratta di camerieri: ne mancano circa centomila, fanno sapere da Federalberghi. Cercasi 60mila cuochi e 50mila baristi. C’è carestia anche di addetti all’accoglienza nei servizi di alloggio e ristorazione: servono per esempio 10mila receptionist, evidenza l’organizzazione degli albergatori italiani. 


Risultato? Quella che doveva essere l’estate della ripartenza per un settore che prima del Covid valeva tredici punti di prodotto interno lordo, e che dopo due anni di pandemia ha finalmente la possibilità di uscire dal tunnel della crisi, rischia di frenare per effetto della mancanza di lavoratori stagionali. Pesano gli stipendi che non sempre vengono ritenuti all’altezza da parte di chi cerca lavoro. La pandemia, che ha spinto molti ex lavoratori del turismo a rivedere le loro priorità. La poca disponibilità ad andare a lavorare in città o regioni lontane dal proprio luogo di residenza. Le prestazioni di sostegno al reddito, a partire dal reddito di cittadinanza, che hanno l’effetto in questa fase di disincentivare la ricerca di lavoro. 

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Non solo. La crisi sanitaria ha provocato una forte perdita di professionalità nel turismo perché molti addetti, alla ricerca di un impiego più stabile, hanno optato per un’occupazione in altri settori che offrivano loro maggiori garanzie. In tanti, sottolinea sempre Federalberghi, si sono riciclati nella Pubblica amministrazione. Insomma, un cocktail di fattori frena l’occupazione nel turismo, dove gli stipendi partono da 1.200 euro.
Qualche esempio? In Sardegna, denunciano gli operatori del comparto, in tanti stanno rifiutando salari da 1.500 euro al mese. La tempesta perfetta dell’occupazione estiva comprende anche il dimezzamento degli iscritti negli istituti scolastici che formano camerieri e cuochi, passati da 60mila a 30mila in 5 anni. Di più: solo il 20% dei diplomati all’alberghiero resta nel comparto. Nei giorni scorsi pure il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha lanciato l’allarme sulla mancanza di personale e sulle conseguenze che questa potrebbe avere, non solo sul settore del turismo, ma su tutta l’economia. 

GLI INVESTIMENTI
Per Assoturismo Confesercenti la difficoltà nel reperire trecentomila stagionali mette a rischio circa 6,5 miliardi di euro di consumi e potrebbe causare una perdita di 3,2 miliardi di investimenti delle imprese del comparto e di 7,1 miliardi di euro di Pil. Come se ne esce? Per il ministro Garavaglia occorre intervenire su reddito di cittadinanza e Naspi. L’idea è di riconoscere a chi accetta un lavoro stagionale la metà del sussidio, anziché levarglielo del tutto. Garavaglia ha anche rilanciato la possibilità di reintrodurre i voucher, nel settore turistico ma anche in quello agricolo. Solo negli hotel, dicono i dati del centro studi di Federalberghi, ad aprile di quest’anno risultavano persi 84 mila posti di lavoro stagionali e temporanei di varia natura rispetto allo stesso mese del 2019 (-66,8%). In media nel 2021 la perdita è stata di 55 mila lavoratori (-41,7% sul 2019).


Nonostante il blocco dei licenziamenti, nel 2020 sono spariti quasi 20 mila occupati a tempo indeterminato, segno che le persone hanno preferito lasciare il settore. L’Istat ha certificato che nel 2021 il fatturato del comparto ricettivo ha subito una riduzione del 32,2% sul 2019, mentre nel 2020 la riduzione era stata del 54,2%. Nel primo quadrimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019, i pernottamenti totali sono diminuiti del 20,1%. Nel 2021 le presenze totali sono state 156 milioni in meno rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019 (-35,8%), di cui 118 milioni relative ai turisti stranieri.

 
 

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Il Mattino