Unione Industriali, Grassi al comando: «Promuovere Napoli la nostra mission»

Unione Industriali, Grassi al comando: «Promuovere Napoli la nostra mission»
Non solo l'orgoglio dell'imprenditore eletto alla presidenza della più importante Associazione di categoria con una maggioranza, praticamente...

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Non solo l'orgoglio dell'imprenditore eletto alla presidenza della più importante Associazione di categoria con una maggioranza, praticamente l'unanimità, «che non si vedeva da chissà quanto tempo», per usare le sue stesse parole. Quando Vito Grassi, 59 anni, napoletano, laurea in Ingegneria civile, da ieri mattina al vertice dell'Unione industriali della sua città, rivendica all'impresa il ruolo «di classe dirigente, partecipando a scelte che orientino il futuro della nostra comunità», mette sul tavolo anche o forse soprattutto il senso di una sfida importante. L'impresa napoletana si candida a una rinnovata centralità consapevole da un lato che senza di essa sarebbe impossibile anche una minima prospettiva di crescita e di sviluppo; e dall'altro che la sua competitività sarà sempre più decisiva per il futuro, specie se aprirà le sue porte senza ulteriori incertezze all'innovazione digitale. Una responsabilità sociale a tutto tondo quella che il patron della Graded spiega con dovizia di argomenti nella relazione programmatica applaudita dall'Assemblea e poi ribadisce con qualche comprensibile timidezza nella conferenza stampa del pomeriggio, la prima da presidente. «Abbiamo il diritto ma anche il dovere di promuovere la crescita del territorio», dice. E aggiunge: «Dobbiamo essere consapevoli della nostra forza, del nostro Dna, contraddistinto dalla capacità di saper gestire, guidare e vincere sfide anche molto complesse, sicuramente più complesse di altre aree del Paese. Lo dimostra il reiterato successo dei nostri conterranei nel mondo del lavoro, nella cultura, nell'arte e ne letteratura», insiste Grassi. E rilancia: «Siamo stanchi dei cliché stantii nei quali si cerca di confinare la nostra capacità in perimetri limitati: abbiamo tutte le possibilità per contrastare nei fatti questa narrazione e saremo fortemente impegnati a dimostrarlo». Non a caso il presidente annuncia iniziative che coinvolgeranno la cultura e la formazione, dagli Istituti tecnici superiori alle Academy insediate nel capoluogo.

 
L'obiettivo è di formulare un nuovo messaggio a proposito di Napoli ben sapendo, però, che bisognerà comunque fare i conti con criticità vecchie e nuove. Alle prime, lo ricorda opportunamente Grassi, si iscrivono di ufficio la bassa cultura d'impresa, la mancanza di dialogo tra le infrastrutture del territorio, il costo eccessivo dell'energia, la perdurante sfiducia del pmi verso lo scenario (e i finanziamenti) di Impresa 4.0, i tempi lunghi e incerti della giustizia civile. Alle nuove criticità Grassi riconduce soprattutto «il forte degrado di diverse aree, e non parliamo solo della periferia, che si traduce in marginalità e criminalità» e allontana l'obiettivo di una società inclusiva. E' il tema del dopo-voto, dell'esito delle politiche, che a Napoli e in tutto il Sud ha delineato un unico vincitore: il presidente non entra nello specifico ma dice che «occorre subito un governo, qualunque esso sia», allineandosi alla preoccupazione dei tanti imprenditori meridionali di fronte all'impennata dello spread. «Non abbiamo cambiato mestiere dopo il 4 marzo, consapevoli che le urne hanno disconosciuto una classe dirigente della politica: ma questo ci stimola ancora di più a rilanciare la centralità dell'impresa e del ruolo dell'imprenditore».


L'industria manifatturiera, di sicuro, resta centrale per lo sviluppo di Napoli e del Sud, ricorda Grassi, convinto che molto devono fare anche le aziende: non solo aggregandosi ma riconoscendo che «bisogna distinguere tra proprietà, governo e gestione delle stesse, aprendosi a capitali e presenze manageriali». Nella squadra i vicepresidenti sono tutti manager di aziende importanti: da Maurizio Manfellotto di Hitachi a Maurizio Capotorto di Fs, dall'ad della Gesac Armando Brunini a Francesco Tavassi dell'omonimo gruppo di spedizionari del Porto, a Vincenzo Napolitano di Eni. Con loro in squadra, come da statuto, Anna Del Sorbo presidente della Piccola Industria e il leader dei giovani Vittorio Ciotola. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino