Whirlpool Napoli Est, stop confermato: «La fabbrica chiuderà il 31 ottobre»

Whirlpool Napoli Est, stop confermato: «La fabbrica chiuderà il 31 ottobre»
Tra meno di dieci giorni lo stabilimento Napoli di Whirlpool fermerà la produzione. L'ultimo tavolo, convocato in videoconferenza al ministero dello Sviluppo economico...

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Tra meno di dieci giorni lo stabilimento Napoli di Whirlpool fermerà la produzione. L'ultimo tavolo, convocato in videoconferenza al ministero dello Sviluppo economico non riesce a cambiare il destino annunciato 18 mesi fa dalla multinazionale per i 350 lavoratori napoletani. L'accordo del 2018 e il nuovo pacchetto di aiuti da oltre cento milioni di euro offerto dal governo non sono bastati a convincere l'azienda a restare. «Il 31 di ottobre la produzione su Napoli cesserà», dichiara subito l'amministratore delegato per l'Italia di Whirlpool, Luigi La Morgia, un'affermazione che è presa dai sindacati come «una dichiarazione di guerra».

Il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, è costretto a «prendere atto» della situazione, che si impegna a portare al consiglio dei ministri poche ore dopo, per valutare le iniziative da mettere in campo. «Il governo mette l'impegno massimo su questa vertenza. Il lavoro che stiamo facendo da mesi su Napoli è serio e lo continueremo», dichiara. Mentre il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, non nasconde la rabbia parlando di una scelta «estremamente grave e inaccettabile per il paese, un vulnus che mette in discussione la credibilità stessa dell'intero piano industriale». E la sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde, annuncia un tavolo permanente con tutti le parti «per la piena occupazione per i lavoratori di Napoli con delle prospettive importanti e non per un futuro di sussistenza».

Invitalia, che a luglio aveva prospettato opportunità nel settore automotive e avio per 272/282 lavoratori, non partecipa alla riunione. I lavoratori aspettano l'esito del confronto fermando gli stabilimenti di tutta Italia con uno sciopero di otto ore, ed è solo l'inizio della mobilitazione. «Siamo pronti a tutto», dichiara il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. E anticipa «azioni eclatanti» anche il segretario generale Fiom-Cgil Napoli, Rosario Rappa che promette: «sarà il Vietnam per la Whirlpool. Le lavoratrici e i lavoratori riapriranno la produzioni di lavatrici a Napoli».

Venerdì i lavoratori scenderanno in piazza Plebiscito e incroceranno di nuovo le braccia il 5 novembre. La richiesta al governo è quella di «costringere» l'azienda a non chiudere, o almeno dare indicazioni chiare su cosa intenda fare. «Oggi non ci aspettavamo promesse bensì risposte sulla direzione da intraprendere per garantire occupazione e dare sicurezza ai 350 lavoratori di Napoli e a quelli di tutto il Gruppo», dicono.il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra e il segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis.

Da Whirlpool arriva l'impegno a supportare i lavoratori di Napoli «dal primo di novembre» e confermare i 250 milioni di investimenti in Italia previsti dall'accordo entro il 2021. Ma la chiusura della fabbrica, in piena emergenza Covid, secondo il sindaco Luigi de Magistris, è una «sciagura» che il governo deve evitare e «un colpo micidiale per migliaia di persone».

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Il Mattino