Attenti! Occhio alle passeggiate: è arrivato il bruco killer dei cani

Attenti! Occhio alle passeggiate: è arrivato il bruco killer dei cani
A prima vista sembra un innocuo bruco. Per certi versi anche un po' buffo nel suo marciare lento. Si chiama processionaria ed è un lepidottero. Una farfalla notturna, non...

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A prima vista sembra un innocuo bruco. Per certi versi anche un po' buffo nel suo marciare lento. Si chiama processionaria ed è un lepidottero. Una farfalla notturna, non troppo appariscente né colorata né leziosa, ma le farfalle si sa, non fanno male a nessuno. Almeno da adulte. Già, perché come per tutti i lepidotteri, infatti, il ciclo vitale delle processionarie si divide in quattro fasi: uovo, larva (o bruco), crisalide e infine farfalla. Ed è proprio lo stadio di larva (bruco), quello pericoloso al punto da essere letale per i nostri amici a quattro zampe.




Rilanciamo la notizia che il Mattino pubblica ogni inzio primavera per le numerose segnalazioni ricevute in redazione: tanti i cani che si sono imbattuti nella processionaria. E' importante perciò che il maggior numero di proprietari di quattrozampe conosca il pericolo.





Sono carini e perfino simpatici, questi bruchetti che camminano in processione (da cui il nome) e proprio per questo attirano l’attenzione e stimolano la curiosità dei cani. In Italia si trovano soprattutto le processionarie del pino (le cui larve si spostano in fila indiana, una dietro l’altra) e della quercia, i cui bruchi invece si spostano sempre con un comportamento gregario, ma disposti a ventaglio: un capofila seguito da due bruchi, a loro volta seguiti da tre, quattro e così via, fino ad allargarsi a 10-15 individui. La processionaria è un parassita delle piante su cui vive, che spesso distrugge completamente. Ma per uomini e animali il problema non sono certo le sue mandibole, bensì i peli urticanti che ne ricoprono il corpo. Peli che possono essere anche liberati nell’aria e portati in giro dal vento, quindi può capitare di esserne colpiti senza venire in diretto contatto con i bruchi. La stagione più a rischio inizia proprio a marzo e dura almeno fino alla fine di aprile. I cani, annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto. I cuccioli spesso tentano direttamente di giocare coi bruchi o di “assaggiarli”.



I sintomi che un cane presenta dopo questo spiacevole incontro sono spesso gravi. Il primo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco. E’ facile intuire la gravità di quanto è successo, perché il fenomeno peggiora con il passare dei minuti e la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico, a volte di dimensioni tali da soffocare l’animale. I peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua.



Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del soggetto, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica. Importantissima l'azione di pronto soccorso: allontanate subito la sostanza irritante dal cavo orale con un lavaggio della bocca più abbondante possibile, con una soluzione di acqua e bicarbonato. Se il cane, sofferente, non si lascia toccare in bocca, bisogna usare una siringa sprovvista dell’ago, con cui spruzzare la soluzione in bocca, anche più volte. Subito dopo bisognerà correre dal veterinario che applicherà le cure più appropriate a seconda della gravità del caso.


Dunque, occhio durante le passeggiate: alla larga da pini e querce. O almeno attenti ai piccoli bruchi killer che transitano da quelle parti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino