Due numeri e un mondo da scoprire e imparare a riconoscere senza pregiudizi culturali e geografici. 4.0 visto da Sud è un viaggio che inizia oggi con l’ambizione di...
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Il Mattino avrà come compagno di avventura l’università di Napoli Federico II, centro di un sapere che si rinnova e di percorsi di ricerca all’avanguardia nel mondo. Ma la sfida è aperta all’intero sistema accademico campano, ai centri di ricerca pubblici e privati, alle startup innovative e a quanti investono tempo e risorse per capire cosa sarà il futuro e come viverci nel modo migliore.
Ci saranno sempre spazi e occasioni di confronto e di riflessione: a cominciare dalle nuove professioni che oggi forse pochi sono in grado di delineare. Napoli, la Campania, il Sud hanno molto da dire, specie con i loro giovani, valore aggiunto riconosciuto da tutti i colossi delle tlc che li hanno testati e deciso di formarli al massimo livello. Anche a loro si rivolge Industria 4.0, il piano del ministro Calenda che il Mezzogiorno sa di non poter trascurare: perché quei numeri hanno il sapore del futuro. È il messaggio peraltro che gli industriali napoletani hanno fatto loro, partecipando insieme all’ateneo - uno dei centri di competenza indicati dal progetto ministeriale - alla definizione operativa di piani e scelte destinati alle imprese del territorio.
Il Mattino 4.0 cercherà di raccontare come questo input è stato organizzato e soprattutto come verrà messo in pratica nella consapevolezza che a certi appuntamenti non si può soltanto partecipare: stavolta bisogna vincere e vincere vuol dire mantenere piccole e grandi realtà produttive sul campo, dotandole delle necessarie professionalità per resistere ai concorrenti. Rottamare non basta se non si guarda al domani con le carte in regola: il viaggio del Mattino, che a questa esperienza ha dedicato anche una speciale sezione del suo portale internettiano, vuole verificare il valore di questo assunto. Con la certezza di dover informare e la speranza di documentare scenari e dimensioni sul piano dello sviluppo e dell’occupazione molto meno virtuali di quelli che la tecnologia 4.0 imporrebbe. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino