Circa 300 download al giorno, 5000 utenti registrati per un totale di 11mila accessi: a poco più di un mese di distanza dal lancio sono questi i numeri in costante crescita...
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«Il dialetto napoletano resterà il tratto distintivo del dispositivo, ma a dispetto di quello che si possa immaginare il problema della auto in doppia fila non è tutto partenopeo. Abbiamo già degli utenti che utilizzano l’app in altre città - spiega il trentacinquenne Fabio Capurro - e vogliamo sia un modo per esportare qualche parola napoletana in giro per l’Italia».
Ma l’ambizione del team di MoVeng va oltre la capacità di risolvere le incomprensioni tra automobilisti: il prossimo obiettivo è l’implementazione di un sistema di geolocalizzazione in grado di individuare i punti nevralgici in cui si concentra il fenomeno. Uno strumento che potrebbe tornare utile agli addetti ai lavori per la sicurezza e il controllo stradale. Ai detrattori che accusano l’app di assecondare un malcostume che andrebbe invece combattuto con l’educazione al codice della strada e il buon senso civico, gli ideatori rispondono che «l’indignazione è inutile se non si propone un’alternativa per snellire il problema. Spesso anche un genitore che deve accompagnare un bambino a scuola è costretto a sostare in doppia fila perché non ci sono infrastrutture adeguate per parcheggiare. È in casi come questo che la nostra app vuole rendersi utile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino