Utili, snelle e condivise: sono queste le parole d’ordine per le grandi opere pubbliche all’epoca del 4.0. Le nuove tecnologie devono necessariamente essere applicate...
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«Il tema dei processi partecipativi – ha sottolineato in collegamento video il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio – ha assunto per noi una grande rilevanza. Il coinvolgimento delle comunità è importante non solo perché esse sono in grado di valutare la criticità di un’opera, ma anche e soprattutto per mettere al servizio dell’opera l’intelligenza di chi la vive».
Intenet e le sue applicazioni consentono di semplificare questo dialogo tra gli attori che concorrono alla creazione delle opere pubbliche. Un dibattito fndamentale sancito anche dall’approvazione del nuovo codice degli appalti (D.Lgs 50/2016): viene introdotto anche in Italia il dibattito pubblico obbligatorio sulle grandi opere. Si tratta, come nel caso francese del débat public, di uno strumento metodologico ideato per coinvolgere le popolazioni locali in una approfondita discussione sull’opportunità e le caratteristiche di opera pubblica prima della sua approvazione definitiva. L’obiettivo del dibattito pubblico è pertanto quello di illustrare, in linguaggio non tecnico, le caratteristiche dell’intervento e raccogliere, dalle comunità locali, suggerimenti, critiche ed eventuali proposte alternative in grado di migliorare la progettazione dell’opera.
Il convegno è stata anche l’occasione per presentare il brevetto di Tecnosistem, che quest’anno compie 40 anni di attività, un sistema a prova di catastrofe. Si tratta di un dispositivo in grado di prevenire il danneggiamento degli impianti degli edifici in caso di fenomeni naturali distruttivi. Si pensi a terremoti, tempeste e trombe d’aria: esse possono causare il danneggiamento, il crollo, e quindi la completa distruzione di edifici e infrastrutture. Nei casi in cui tali distruzioni non si verificano, si registrano tuttavia rilevanti danni ai componenti non strutturali, quali ad esempio gli impianti (antincendio, elettrico, ventilazione, e così via), tali da dettare comunque l’inagibilità dell’opera. Negli edifici strategici ed in alcuni processi industriali legati ai beni primari, le cui funzioni non devono subire interruzioni, risulta necessario assicurare la sicurezza dell’edificio ma anche fornire protezione agli impianti, per poterne garantire l’operatività fin dalle immediate fasi successive al fenomeno tellurico. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino