C'è un comunicatore digitale che si chiama PecsBook, nato per facilitare e velocizzare i bambini autistici nell'apprendimento del linguaggio, che racconta la storia...
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Una storia iniziata un anno e mezzo fa quando Domenico Taffuri, venticinquenne di Sparanise, entra alla Apple Academy con un'idea in testa: realizzare un sistema che facilitasse gli amici terapisti dell'associazione «La forza del silenzio» nel training che insegna ai piccoli autistici come associare parole e verbi a cose e azioni comuni per comunicare con il mondo. E così quell'idea diventa la tesi di laurea di Domenico Taffuri che, insieme ad una squadra di giovanissimi studenti come lui, porta il prototipo del PecsBook sul palco della cerimonia finale della Apple Academy e poi nella vetrina Store del colosso americano. Dopodiché occorreva rendere quella «demo» utilizzabile anche su sistemi Android, e darle due elementi distintivi rispetto a tutti gli altri prodotti esistenti, ossia rapidità e facilità di utilizzo. E così Domenico Taffuri insieme ad Antonio Passero, trentenne collega di Calvizzano, si rimette al lavoro proponendo il PecsBook perfezionato come Startup alla 012 Factory di Caserta, classificandosi al secondo posto tra i progetti selezionati dall'incubatore che sostiene e accompagna lo sviluppo di nuove imprese ad alto potenziale di crescita, finanziando con un bonus di 20mila euro solo il primo classificato. Svanita per pochi punti la possibilità di usufruire del bonus in palio, si fa avanti «La forza del silenzio» che, attraverso il fondatore e presidente Vincenzo Abate, si offre di sostenere le spese per la progettazione e il lancio del PecsBook, sentendolo come proprio, o meglio come creatura tecnologica «nata in casa» grazie al supporto dato da medici e terapeuti dell'associazione ai giovani informatici campani. «È stato proprio assistendo alle tecniche di somministrazione delle terapie portate avanti dai tutori, e grazie alla collaborazione del dottore Massimiliano Annunziata - spiega Vincenzo Abate, padre di due ragazzi autistici - che i giovani informatici hanno colto le criticità da superare con il nuovo strumento digitale».
Quali le criticità da superare rispetto ai sistemi già esistenti? «Innanzitutto la facilità di utilizzo - spiega Domenico Taffuri - considerato che il sistema implica l'iniziale programmazione del comunicatore da parte dei terapeuti. Si tratta di predisporre tessere che riproducono immagini di oggetti e verbi di uso comune che il bambino è invitato a selezionare fino ad ottenere frasi di senso compiuto. Una volta scelte le tessere, il comunicatore digitale riproduce verbalmente la frase affinché il bambino, con l'aiuto dell'adulto, impari a verificare l'efficacia e la corrispondenza del suo dire rispetto al suo volere migliorandosi. I vecchi sistemi sono spesso complessi e non velocemente programmabili. E la velocità è essenziale per i bambini la cui attenzione cala rapidamente. Abbiamo quindi reso le operazioni di preparazione più semplici e veloci, facili per terapeuti e genitori chiamati all'utilizzo del comunicatore anche a casa». E Abate sottolinea: «Non è un semplice software come gli altri, ma uno strumento terapeutico pronto già quest'estate. E stiamo valutando la possibilità di associare anche un tablet in comodato d'uso ai fruitori dell'applicazione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino