La «buatta» dei pomodori per fare la pizza diventa un lampadario all'ultimo grido, il sacco della farina un porta cesto della spazzatura, la pala per il forno...
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Da allora Attilio e sua sorella hanno setacciato tutte le pizzerie di napoli alla ricerca di oggetti anche vecchi e non usati più da riciclare e rimodellare a seconda delle loro esigenze, trasformandoli in qualcosa di bello e utile che avesse una nuova vita secondo i dettami dell'ecodesign. Così una cassetta di legno per far crescere la pasta è diventata una scrivania, una vecchia tubatura un appendiabiti, boccacci di vetro per le conserve un bellissimo lampadario e la latta dell'olio per friggere un puff per sedersi. Attilio ha progettato e costruito tutto da solo allestendo un luogo unico, dai colori che richiamono la fragranza della pizza e l'arredamento che è fatto di strumenti per lavorarla. Un modo originale per far conoscere un'arte patrimonio dell'Unesco. «A tutti i nostri ospiti piace venire da noi e sentirsi a casa - ha detto Attilio - sorridono osservando la cura per ogni dettaglio e in più sono felici di sentirsi coccolati da noi».
Quando arrivano gli ospiti Attilio e Maria li accolgono con calore, gli offrono una pizza a portafoglio e gli fanno vedere le bellezze di Montensanto, il quartiere dove si trova Pizzasleep. Per i due fratelli l'ospitalità è sacra ma ancor di più far vivere al meglio Napoli a chi viene da fuori. Sono talmente precisi che consegnano ad ogni cliente un opuscolo in cui ci sono tutti i best of della città per mangiare e bere e un elenco di specialità culinarie da non potersi assolutamente perdere. La loro tenacia è stata premiata e in meno di un anno dall'apertura si sono meritati il nono posto nella classifica di Booking dei migliori alberghi in città. Un esempio di come la forza di volontà, l'ingegno e la creatività possano concretamente cambiare le cose. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino