Unina Corse, il team Federico II progetta l'auto in carboresina

Hanno creato l'auto monoposto in carboresina con molti elementi stampati in 3D e hanno vinto la formula SAE, la competizione mondiale di auto delle Università. Sono i...

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Hanno creato l'auto monoposto in carboresina con molti elementi stampati in 3D e hanno vinto la formula SAE, la competizione mondiale di auto delle Università. Sono i ragazzi del team di Unina Corse, 90 studenti provenienti da ingegneria, economia e altre facoltà che hanno messo insieme le forze per progettare un' auto dalle tecnologie molto avanzate. Lo hanno fatto con passione nell'officina messa a disposizione dall'Università nella sede di San Giovanni a Teduccio. Dopo la vittoria alla Virtual Formula, competizione di simulazione virtuale che li ha portati a classificarsi primi davanti a Università come il Politecnico di Milano e l'Università Cinese, il team si prepara alla prossima sfida a Verano de' Melegari. 

 
«La Formula SAE è una competizione mondiale - spiega Nicolò Ceneri, Direttore Commerciale Unina Corse - a cui partecipano atenei da tutto il mondo ed è composto da varie tappe tra cui quella a Verano che si terrà a luglio. Prevede che diversi progetti realizzati dagli studenti vengano prodotte e messe su pista. Vince l'auto che sia più veloce, a basse emissioni e creata con le più sofisticate tecnologie. Nel team ci sono studenti provenienti da varie facoltà perchè il progetto è valutato non solo dal punto di vista tecnico ma anche economico e commerciale». Il progetto è finanziato dagli sponsor che offrono pezzi per l'auto e dall'Università che mette in campo consulenza e pezzi di ricambio. 


«Le particolarità della nostra auto sono ricuramente la moltitudine di componenti stampati in 3D - dice Ferdinando Chianese, Team Leader di Unina Corse - come la nostra aspirazione e i supporti per l'aerodinamica. Facciamo molta ricerca per trovare materiali sempre più innovativi e ottimali per il nostro scopo. Ad esempio tutto l'aerokit è sviluppato in carboresina per un peso complessivo di 20 kg. Tutto il sistema power unit, progettato interamente da noi, ha molti componenti stampati in 3D in carbonio caricato a nylon così come gran parte del sistema sospensivo. La macchina è guidata da un reparto piloti, studenti specializzati in questo ambito, che si susseguono nelle varie sfide della competizione». Adesso i ragazzi stanno lavorando per la prossima competizione di luglio. Obiettivo: portare l'Università di Napoli Federico II in cima al podio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino