Lei a Milano e lui a Novara, divisi dal virus: l'amore a distanza al tempo del contagio

Lei è da poco partita in macchina per tornare nella sua abitazione a Milano e lo ha salutato baciandolo e piangendo, perché lui è rimasto a Novara, dove erano...

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Lei è da poco partita in macchina per tornare nella sua abitazione a Milano e lo ha salutato baciandolo e piangendo, perché lui è rimasto a Novara, dove erano tutti e due fino a stamattina nella casa di lui. Non potranno più vedersi per poco meno di un mese, perché entrambi vivono e lavorano in due delle nuove aree con prescrizioni create dall'ultimo decreto del Governo. Dovranno rimanere ognuno nella propria area, confinati.


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É la storia spezzata, almeno fino al 3 aprile, di un amore ai tempi del Coronavirus, quello tra Andrea ed Elisa. I due, 28 anni, causa le drastiche misure varate nella notte non potranno più, per ora, vedersi due volte a settimana, a Milano o a Novara, come facevano da un anno e mezzo ormai. «Abbiamo pensato anche di rifugiarci insieme nella mia casa a Novara - racconta Andrea - Ieri sera, appena si è diffusa la notizia, abbiamo valutato di andare a prendere subito le cose di Elisa a casa sua e di starcene poi qua da me per un pò, fino a che non sarà finita».

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Preoccupati, scossi, increduli, i due giovani, che si frequentano dai tempi dell'università a Milano, hanno, però, capito che nella pratica quella scelta non era possibile, perché lei lavora per un'azienda del Milanese e, anche se in questi giorni sta lavorando da casa, su disposizioni aziendali, deve essere, comunque, immediatamente reperibile e tornare subito in sede in casi di necessità. Stessa identica situazione per lui, che lavora in un'azienda nel Novarese. «Non avremmo mai pensato che sarebbe potuta accadere una cosa del genere - spiega ancora Andrea - è come se avessero messo un muro, anche se temporaneo, in mezzo alla nostra relazione. É surreale. Allo stesso tempo, però, comprendiamo che le esigenze di salute e sicurezza pubblica vanno oltre la nostra storia. Certo, ieri sera tremavamo tutti e due, ci tremava la voce, non sembrava vero». Abituati a vedersi sempre una sera in mezzo alla settimana e a passare tutti i fine settimana assieme, ora se la dovranno cavare con le tecnologie disponibili, con chiamate e videochiamate, per sentirsi comunque vicini, anche se chiusi all'interno dei confini messi per sconfiggere il virus.

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Il Mattino