La condanna del burqa ​e le ipocrisie occidentali

La condanna del burqa e le ipocrisie occidentali
Gentile Direttore, appena un anno è passato e l’Afghanistan sta “recuperando” quanto negli anni di...

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Gentile Direttore,


appena un anno è passato e l’Afghanistan sta “recuperando” quanto negli anni di commissariamento da parte dell’ONU gli avevano sottratto. Tra le tante cose, parliamo della reintroduzione del burqa nell’abbigliamento femminile che riporta indietro le lancette della storia, ripristinando e rendendo obbligatoria un’usanza a dir poco mortificante. Per legge - con terribili sanzioni per chi trasgredisce - le donne devono coprirsi da capo a piedi con un telo, fornito di un paio di fessure per gli occhi, null’altro che faccia capo alla femminilità. Pene severissime, per chi cerca di ostentare qualcosa che possa richiamare l’attenzione! Roba di cui servirsi, o roba privata, ad uso e consumo del padre padrone; del fidanzato geloso, o del marito contrattato!

Luigi Antonio Gambuti
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Caro Luigi Antonio,
condannare l’imposizione del velo in Afghanistan come in altri Paesi islamici mi pare scontato. Noi occidentali, però, dobbiamo uscire dalla grande ipocrisia del politicamente corretto eretto a ideologia e a sistema. In alcuni Stati si è tentato il divieto. Si tratta di vietare una barbarie sia chiaro. Che poco ha a che vedere con la libera scelta. Ma queste scelte hanno suscitato non poche polemiche. Si sono espressi contro, tra gli altri, il Consiglio d’Europa, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, diverse ONG e numerosi accademici di matrice anglo-liberale. Francamente non capisco, e non credo che ci sia nulla di libero nell’indossare un indumento che cancella l’identità. 

Federico Monga

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Il Mattino