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Gentile Direttore,
mi chiamo Ilaria, ho 40 anni, sono napoletana. Per scelta sono ritornata a vivere a Napoli, dopo 10 anni, 3 vissuti a Roma e 7 a Firenze. La pandemia mi ha portato molte riflessioni, tra cui “voglio tornare a casa, Napoli”. Le emozioni erano contrastanti, la felicità di ritrovare la famiglia e gli amici e la consapevolezza di lasciare un luogo “a misura di famiglia”, frase retorica, ma vera. Lascio Firenze, la città ordinata, i servizi funzionano, in motorino a 3 non si va, il casco lo mettono tutti, la vita scorre tutto sommato in maniera serena, troppo serena…quasi da diventare noiosa, forse perché chi ci abita non ha il famoso «sole dentro». Rientro a Napoli, si va ancora a tre in motorino, il casco si indossa in base alle zone. Ritrovo i miei amici, la mia famiglia, ritrovo, nonostante la pandemia, la voglia di vivere nei volti della gente. Festeggio di nuovo gli onomastici nell’Ufficio. Napoli, la mia amata, l’energica, la sfidante, la contraddittoria. Affitto casa in via Chiatamone, la galleria non è agibile. La via è sporca, la gente che “amo e odio”, porta i cani a fare i bisogni sotto il mio palazzo. Via Chiatamone è impraticabile. La puzza di escrementi è nauseante. Per rientrare a casa devo fare lo slalom tra lo sporco ordinario e le cacche di cani di padroni ignoranti. Chiedo che sia data visibilità alla notizia in modo da poter svegliare qualcuno da questo sonno “eterno” della Napoli “liberata” con un lungomare nuovamente “carcerato”. Vorrei poter dichiarare una guerra di “civiltà” all’interno della stessa città. Voi da che parte state? I civili o gli incivili? A voi la scelta.
Ilaria Augusto
Napoli
Cara Ilaria,
partiamo dalla fine anche se la sua domanda non può che avere una risposta scontata.
Federico Monga
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