Gentile direttore,

Caro cavalier Alberto,
pensando alla figura di David Sassoli ieri mi è tornato alla mente uno dei tanti fondamentali, per il pensiero moderno, libri del filosofo torinese Norberto Bobbio: «L’elogio della mitezza». «Amo le persone miti - scriveva il grande pensatore torinese - perché sono quelle che rendono più abitabile questa “aiuola”, tanto da farmi pensare che la città ideale non sia quella fantasticata e descritta sin nei più minuti particolari dagli utopisti, ma quella in cui la gentilezza dei costumi sia diventata una pratica universale». La mitezza da non confondere con la remissività o con l’umiltà. La mitezza, soprattutto in quest’epoca di urla da stadio, «bastiancontrari» seriali e di professionisti dell’intolleranza e del pregiudizio, è l’antidoto alle degenerazioni della politica. La mitezza è segno di forza. Bisogna avere coraggio, di questi tempi, ad essere miti e moderati. Ovviamente per convinzione e non per convenienza. E David Sassoli, almeno in Italia, ne era uno dei rari rappresentanti. 

Federico Monga