Conte e le tante insidie di chi guida un partito

Conte e le tante insidie di chi guida un partito
Gentile Direttore, rifletto sull’attuale “status” dell’ex premier, con il nuovo ruolo politico di leader del Movimento 5 Stelle. Ormai l’ex premier...

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Gentile Direttore, rifletto sull’attuale “status” dell’ex premier, con il nuovo ruolo politico di leader del Movimento 5 Stelle. Ormai l’ex premier Conte sembra fare azione di propaganda per il Partito Democratico. Altro che nuovo capo del Movimento 5 Stelle. Conte, infatti, partecipa alle riunioni della sinistra, canta persino «Bella ciao», afferma di aspettarsi risultati deludenti per la forza politica che guida ai prossimi test elettorali. Ma, mi sbaglio o un capo non dovrebbe motivare le truppe? Davvero lo sta facendo in queste prime settimane di “prova” alla guida del Movimento 5 Stelle. Gradirei se possibile una sua cortese risposta. E, credo, così gli elettori del Movimento 5 Stelle.

Gabriele Salini
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Caro Gabriele,


il pane del leader di un partito è molto più duro di quello del premier. Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi, poteva avvalersi di una squadra infinita di collaboratori: prima era con tutti i ministri con le loro strutture e gli apparati di Stato, e poi i consulenti, dipendenti o collaboratori della Presidenza del consiglio. Questa rete di supporto consente anche a chi non ha esperienza amministrativa di ricoprire il ruolo da primus inter pares nel governo. Il capo politico, invece, è molto più solo, ha meno possibilità economiche da destinare alla consulenza (questo vale ancora di più per i partiti liquidi come il Movimento 5Stelle), ha una parte del partito che non vede l’ora di prendere il suo posto e non rema sempre a suo favore. Il leader politico è un lavoro faticoso, pieno di grane da sbrogliare senza poter condividere responsabilità. A Conte è bastato un mese per accorgersi che la musica era tutt’altra. Resta, nel caso di Conte, l’incognita, almeno per me, di capire quale sia ora l’offerta politica dei 5Stelle. Fino ad oggi, concordo con lei, mi pare più un simil Pd che un’evoluzione del grillismo. Che ne dica l’ex premier, i risultati alle prossime comunali saranno già uno spartiacque per la sua leadership.

Federico Monga

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Il Mattino