La reputazione di Draghi e i partiti nel labirinto

La reputazione di Draghi e i partiti nel labirinto
Gentile direttore, vorrei chiederle una cosa. Lasciamo stare la coerenza dell’unico partito all’opposizione del governo Draghi, Fratelli d’Italia, che ha tutto...

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Gentile direttore,
vorrei chiederle una cosa. Lasciamo stare la coerenza dell’unico partito all’opposizione del governo Draghi, Fratelli d’Italia, che ha tutto il diritto di criticare la linea del premier. Ma a me fanno ridere (esagero?) tutti gli altri partiti che non perdono occasione per dire, attraverso i suoi rappresentanti: «Grazie alla Lega, grazie al Pd, grazie a M5S, grazie a Forza Italia è stata corretta l’azione del governo». Ho quasi sessant’anni e ne ho viste tante, in Italia. Ma, nell’Italia repubblicana, non ho mai visto un presidente del Consiglio tanto autorevole e decisionista. Va avanti come un treno e i partiti non possono che seguirlo e adeguarsi, per le sue capacità e grande credito internazionale. Se ne accorgono all’estero, ma come dire, noi siamo in Italia.



Diego Mastrangelo
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Caro Diego,


la reputazione non si compra al supermercato. In questi anni ricordo un’infinita serie di titoli di giornale e relative indignazioni per l’esclusione dell’Italia dai summit bilaterali, in particolare Francia e Germania, alla vigilia di grandi vertici. Ora Palazzo Chigi, da quando Mario Draghi è presidente del consiglio, è al centro della geopolitica e della diplomazia internazionale. Due esempi per tutti: il G20 sull’Afghanistan, organizzato dal premier, e le chiamate per consultarsi del presidente americano Joe Biden prima del vertice, ad alta tensione, con Putin sulla crisi ucraina ed energetica. Telefonate impossibili e impensabili fino a pochi mesi fa. I partiti invece sono ancora in mezzo al guado. La crisi profonda delle forze politiche che ha portato al governissimo Draghi è tutta ancora da risolvere. Il lutto, come si dice, non è stato elaborato. Avrebbero dovuto, tanto per fare un esempio, mettere mano alla legge elettorale dopo il taglio dei parlamentari. Invece i partiti si affannano nel piantare qualche bandierina per rivendicare un provvedimento di qua e un provvedimento di là e tutto lascia intendere che stiano per andare a impantanarsi nel labirinto tattico della partita quirinalizia.

Federico Monga

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Il Mattino