Il calore di libri e quadri, nostre coperte dell'anima

Il calore di libri e quadri, nostre coperte dell'anima
Gentile direttore, dialogo con lei su un tema apparentemente poco attuale rispetto alle emergenze. «Per molto tempo, mi...

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Gentile direttore,


dialogo con lei su un tema apparentemente poco attuale rispetto alle emergenze. «Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera», recita l’incipit del capolavoro di Proust «Alla ricerca del tempo perduto» e nelle sere di coprifuoco ho spesso preso tra le mani un libro. La lettura non è un passatempo, infatti non sono riuscito a leggere molto, ma ho realizzato che i libri e qualche opera d’arte alle pareti sono stati gli unici orizzonti del nostro sguardo da reclusi. E come noi, anche questi oggetti: nati spesso come atti di resistenza e libertà, combattono e si agitano contro il morire del tempo. E allora, quando lo sconforto, l’apatia e il peso dell’esistenza ci assaliva, incontrare con lo sguardo libri e quadri, disposti come un esercito schierato che aspetta un cenno dal proprio generale, ci faceva capire quanto fosse disonorevole abdicare. È d’accordo?

Giovanni Negri
Brusciano

 

Caro Giovanni,
la bellezza scalda il cuore non c’è dubbio. I quadri e i libri sono delle coperte dell’anima. Una delle mie è il «Vecchio e il Mare» di Ernest Hemingway e in particolare questo brano: «Buona fortuna, disse il vecchio. Adattò gli stroppi dei remi agli scalmi e sporgendosi avanti a spingere le pale nell’acqua, incominciò a remare al buio per uscire dal porto. Vi erano altre barche che prendevano il mare da altre spiagge e il vecchio udiva i tuffi e i colpi di remo pur non vedendoli ora che la luna era sotto le colline. A volte, in una barca, qualcuno parlava. Ma quasi tutte le barche erano silenziose eccettuato il tuffo dei remi. Si allontanarono le une dalle altre appena uscite dall’imboccatura del porto e ciascuna si avviò in quella parte di oceano in cui sperava di trovare pesci. Il vecchio intendeva dirigersi al largo e si lasciò l’odor della terra alle spalle e remò nel fresco odor dell’oceano del primo mattino».

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Il Mattino