Lo sciopero politico (e sbagliato) di Cgil e Uil

Lo sciopero politico (e sbagliato) di Cgil e Uil
Gentile direttore, dunque il sindacato è di nuovo alla ribalta con lo sciopero proclamato da Cgil e Uil (la Cisl però si è sfilata e non parteciperà)...

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Gentile direttore, dunque il sindacato è di nuovo alla ribalta con lo sciopero proclamato da Cgil e Uil (la Cisl però si è sfilata e non parteciperà) per il prossimo 16 dicembre. In questo modo l’Italia ridiventa, secondo me, un Paese normale. Di un annuncio di sciopero generale sentivamo la mancanza. Il sindacato, infatti, esercitando i suoi diritti di contrapposizione, cerca di occupare gli spazi vuoti lasciati da una classe politica inesistente, anche in un momento in cui un laico della politica - il premier Draghi - sta facendo di tutto per tenere in piedi le sorti del Paese. È un dato, questo, di cui si può tenere presente, anche in tempi complicati come quelli che stiamo vivendo a causa della pamdemia. Ed allora: mihil sub sole novum.

Delio Lomaglio
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Caro Delio, non condivido e non comprendo questo sciopero generale. E temo, per la Cgil e la Uil, che non lo capisca né lo condivida nemmeno la maggior parte dei lavoratori, soprattutto nella parte privata e produttiva del Paese, che è stata a casa in cassa integrazione per mesi e ha visto il potere d’acquisto ridursi. E proprio adesso che l’economia corre, l’occupazione un po’ meno ma comunque cresce, si vuole fermare il Paese? E per quale motivo? Non credo per un giudizio nel merito negativo su una manovra espansiva, come non accadeva da anni. C’è stato un primo taglio delle tasse, partendo dal ceto medio ovvero il più colpito dalla crisi Covid. La riforma Irpef favorisce però anche i pensionati con redditi bassi che avranno più soldi in tasca. Sono stati stanziati aumentati e non di poco i fondi per la sanità, le scuole, il welfare. Lo sciopero allora è politico. Il sindacato insomma ha bisogno dello sciopero per far vedere che esiste. Perché in questi anni e ancor di più nel periodo Covid ha perso la sua capacità di incidere (la manovra è solo l’ultimo episodio) e forse anche di capire buona parte della società. Non si può infine dimenticare che fino al giorno prima del barbaro assalto alla sede della Cgil, condannato senza riserve da Draghi, il sindacato guidato da Landini aveva stretto più di un occhio ai No Vax, di fatto autoescludendosi da questo momento politico e sociale di ricostruzione nazionale.

Federico Monga

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Il Mattino