Boniperti, numeri record: ​giusto giocare a lutto

Boniperti, numeri record: giusto giocare a lutto
Egregio Direttore, la mia è una riflessione che non vuol essere irriguardosa verso un grande personaggio dello sport,...

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Egregio Direttore,

la mia è una riflessione che non vuol essere irriguardosa verso un grande personaggio dello sport, come Giampiero Boniperti, venuto a mancare nei giorni scorsi. Avrei pure compreso un minuto di raccoglimento nel campionato Nazionale, ma la squadra italiana con il lutto al braccio in un campionato Europeo mi è sembrata, con molta franchezza, una esagerazione. Un inchino ai potenti ci sarà sempre e fa parte della vita. Non so quante volte la Nazionale abbia giocato con il lutto al braccio in un torneo internazionale. Sicuramente non è accaduto per altri presidenti di squadre di calcio, anche scudettati e prestigiosi. Una volta si parlava di sudditanza psicologica, parlando di arbitri. Il lutto al braccio che tipo di sudditanza è? Che Dio abbia in gloria il grande Boniperti!

Giuseppe Gallo 
Napoli

 

Caro Giuseppe,
non facciamoci prendere dal tifo anche nel raccontare i fatti. Parlo al plurale, non maiestatis, perché mi ci metto anche io tra i tifosi. E non certo bianconero, semmai dell’altra squadra di Torino, quella dai colori rossi come il sangue e forti come la barbera, per dirla con i versi del grande Giovanni Arpino. Non è affatto la prima volta che la Nazionale ha giocato con il lutto al braccio per commemorare la scomparsa di un calciatore. Senza andare troppo indietro, nel marzo di quest’anno a Parma contro l’Irlanda del Nord, l’Italia è scesa in campo con la fascia nera al braccio per ricordare cinque campioni azzurri morti nell’ultimo anno: Pietro Anastasi, Pierino Prati, Mario Corso, Mauro Bellugi e Paolo Rossi. E anche Giampiero Boniperti, numeri alla mano, sta nei grandi del calcio italiano: ha indossato la maglia dei bianconeri dal 1946 al 1961: in 443 presenze ha conquistato 5 scudetti e 2 Coppe Italia. In Nazionale ha collezionato 38 presenze e segnato otto reti. La Federazione italiana e l’Uefa non hanno fatto nessun scivolone. Anzi. 

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Il Mattino