mi sembra che vi sia un filo rosso comune tra la esibizione di segni religiosi da parte dei signori della camorra nella edificazione degli altarini ai loro “caduti”, e la citazione di passi della Bibbia da parte del presidente della Russia quando ha parlato al popolo nello stadio per giustificare la sua operazione militare speciale nell’Ucraina. In entrambi i casi si ricerca la mediazione divina nella piena realizzazione dei loro disegni di morte e di annientamento del prossimo.
Antonio Durante Scafati
Caro Antonio, da sempre sia chi fa una guerra e da qualche secolo, ovvero da quando esistono, sia le mafie dedicano una cura particolare ai simboli e alle pratiche della religione. Entrambe cercano una giustificazione nella fede. La fede, non solo quella cristiana, e i suoi segni più sacri sono piegati e resi strumento di acquisizione di consenso sociale e politico e di giustificazione dell’atto barbaro. Mafia e guerra hanno la natura comune della violenza, ne sono in fin dei conti sinonimi. Non a caso esistono delle somiglianze tra le mafie e regimi totalitari che scatenano i conflitti. Nel suo storico discorso di Agrigento contro mafie, infatti papa Giovanni II ne fece un chiaro accostamento. L’una e gli altri applicano le sanzioni più dure per ogni disobbedienza, e soprattutto quando qualcuno manifesta il desiderio di vivere in libertà, in Calabria come in Ucraina. Penso però che quando il male, che si tratti di un’associazione mafiosa o di un regime totalitario che scatena una guerra non importa, sta piegando le sue azioni alla fede stia dando un forte segno di debolezza e di avvicinamento alla sconfitta.